consigli fotografia naturalistica esperti

44+ Fotografi Naturalisti Premiati Svelano i Migliori Trucchi, Consigli e Strategie per Vincere i Concorsi

Hai mai sognato di scattare una fotografia della natura così potente da poter vincere un concorso fotografico?

Oppure, più semplicemente, ti piacerebbe imparare a immortalare l’attimo come i migliori fotografi naturalisti italiani?

In entrambi i casi, sei nel posto giusto...

Infatti, in esclusiva e in anteprima assoluta, abbiamo intervistato oltre 40 fotografi italiani (professionisti e non) che hanno partecipato e/o che sono stati premiati nelle più prestigiose competizioni di fotografia naturalistica, con un duplice obiettivo:

  • Farti conoscere i "trucchi" del mestiere e le migliori strategie per ottenere immagini della natura che tolgono il fiato,
  • Insegnarti, così che potrai evitarli, gli errori più gravi che NON devi commettere prima, durante e dopo lo scatto!

Scoprirai presto che il termine concorso fotografico è stato usato solamente per rendere l'idea su come ricavare una foto potente, significativa, in grado di attirare l'attenzione, suscitare emozioni e veicolare un messaggio...

Le risposte ottenute infatti non parlano esclusivamente di come scattare una fotografia "da concorso", ma il riferimento ai contest ci è sembrato appropriato visto che, quando parliamo di fotografi premiati in competizioni di assoluto rilievo, facciamo riferimento a concorsi fotografici - italiani e internazionali - come:

  • Oasis,
  • Asferico,
  • MontPhoto,
  • Glanzlichter,
  • Ocean Geographic,
  • Memorial Maria Luisa,
  • SIPA (Siena International Photography Awards),
  • HIPA (Hamdan International Photography Award),
  • GDT European Wildlife e Nature Photographer of the Year,
  • Campionato Italiano di Fotografia Naturalistica,
  • Wildlife Photographer of the Year,
  • e molti, molti altri....

More...


Capirai bene che ottenere informazioni pratiche e dettagliate da chi ha vinto premi di questo livello è indispensabile non solo per chi ha intenzione di fare lo stesso, ma anche per chi vuole "semplicemente" migliorare la propria tecnica fotografica ma non sa da dove cominciare...

Adesso infatti, grazie alla collaborazione con questi importanti fotografi (che qui ringraziamo ancora una volta), non hai più scuse:

Hai davanti a te tutte le conoscenze teoriche necessarie per scattare fotografie memorabili nel modo più efficace possibile!

​Prima di lasciarti alla lettura delle singole interviste (divise per genere fotografico) vogliamo precisare un'ultima cosa:

La lista di fotografi naturalisti qui intervistati NON si può ovviamente ritenere completa, visto che contattare TUTTI i fotografi naturalisti italiani (che partecipano ai concorsi, e non) sarebbe stato impossibile...

  • Abbiamo comunque deciso di pubblicarla per consentirti fin da subito di migliorare le tue conoscenze in materia di fotografia naturalistica, dato che i consigli fotografici qui contenuti sono tutti di assoluta importanza!

Anche perché siamo ancora in attesa di alcune interviste, e siamo sicuri che altre risposte si aggiungeranno in futuro alcune risposte si sono già aggiunte alle 44 iniziali, raggiungendo attualmente quota 51 (proprio per questo motivo abbiamo deciso di inserire il simbolo "+", per indicare che si tratta di una pagina in continua evoluzione).

Bene, con questo è davvero tutto:

ecco a te tutti i consigli sulla fotografia naturalistica a tua disposizione, elencati in base all'ordine con cui sono stati ricevuti:

Fotografia di Paesaggio

fotografia di panorami

Roberto Sysa Moiola

Come possiamo notare dai risultati dei concorsi le scelte si stanno spingendo sempre più verso momenti epici, spesso imprevedibili.

Per questo, una foto da concorso, se pensiamo al paesaggio, è difficilmente programmabile. Ma possiamo muoverci in tempo per far si che prima o poi accada, facendoci trovare pronti in una location ad alto impatto emotivo.

Le foto più emozionali sono sicuramente quelle in cui vi sono i colori caldi di alba e tramonto, oppure con la presenza del fascino della notte e delle stelle.

Altrimenti dobbiamo puntare l'attenzione sulle nuvole.

Noto spesso passare sui social immagini dove il tempo avverso è protagonista e questi sono momenti dove il fotografo si presenta meno di fronte alla natura rispetto alle belle giornate di sole, seppur la mentalità stia molto cambiando.


  • Le cose forse da evitare sono scegliere le solite location iconiche dove la concorrenza è sempre più alta.

Se fossi un giudice premerei non solo lo scatto vero e proprio ma anche la bravura del fotografo nella ricerca di nuovi scorci e location, e non ultimo, un uso limitato della post-produzione con richiesta del file originale.

Purtroppo molti concorsi non fanno questo e quindi diventa una sfida a chi usa meglio gli strumenti di editing e foto-ritocco, nonché spesso la fantasia.

Ecco proprio questa è quello che spesso manca al fotografo quando è sul campo per poi magicamente trasformarsi una volta davanti al monitor.

Non scegliete le solite location iconiche dove la concorrenza è sempre più alta...

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Biografia

La fotografia paesaggistica non è così semplice come potrebbe sembrare. Elemento importante di questo genere di fotografia è la luce.

La luce è ciò che il fotografo paesaggista insegue, perchè è la luce stessa a caratterizzare il paesaggio.

Se si vuole fotografare un determinato paesaggio bisogna informarsi prima di tutto sul periodo migliore per fotografarlo.

Una volta acquisite queste informazioni è anche utile usare delle app per essere a conoscenza della posizione del sole all'alba ed al tramonto.

Perché queste informazioni?

Perché in ambito paesaggistico è raro fotografare nelle ore di punta, perché il sole regala ombre nette al paesaggio.

Invece, al suo sorgere ed al suo tramonto regala una luce più calda e rilassante. Questi brevi attimi di luce magica vengono chiamati rispettivamente ora blu e ora dorata.

Saremmo quindi più tentati ad uscire e fotografare durante le belle giornate di sole, ma in ambito paesaggistico questo non vale.

Un cielo piatto, semplicemente blu, non trasmette la stessa emozione che potrebbe trasmettere una fotografia con qualche nuvola sparsa.

Non facciamoci quindi demoralizzare dal brutto tempo.

Usciamo e fotografiamo lo stesso. A volte le fotografie capaci di trasmettere emozioni sono quelle fotografate durante un tempaccio.​


  • Oltre a queste informazioni di base, è utile sapere che per fotografare il paesaggio bisogna adoperare ulteriore attrezzatura oltre a una buona lente e corpo macchina.

Mi riferisco al treppiede e ai filtri, con particolare attenzione al filtro polarizzatore.

Il filtro polarizzatore riesce a saturare la scena da noi fotografata e a eliminare riflessi superflui nelle superfici.

Questo effetto è difficilmente replicabile nei software di foto-ritocco, quindi

l'acquisto di un polarizzatore è consigliato.

Marco Calandra

A volte le fotografie capaci di trasmettere emozioni sono quelle fotografate durante un tempaccio.​..

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Biografia

La fotografia è comunicare emozioni attraverso le immagini che prima realizziamo e successivamente presentiamo agli altri.

Il paesaggio che ci circonda condiziona inevitabilmente le nostre emozioni; a volte basta solo assecondarle, seguirle liberamente.

Un' immagine che ritrae un paesaggio però non è solo emozione, è anche tecnica e le regole compositive ci aiutano certamente a far arrivare il nostro messaggio.
Tecnica quindi vuol dire padronanza quanto meno degli aspetti fondamenti: profondità di campo, tempo di esposizione, sensibilità iso, ect. …

Le ottiche grandangolari sono in linea generale quelle da prediligere per la fotografia paesaggistica, ma la possibilità di avere a disposizione anche un teleobiettivo per concentrare l’attenzione solo su di una porzione di paesaggio può essere utile.

L’uso del treppiede deve diventare così naturale come il respirare: salvo casi particolari, è imprescindibile.

Non posso dire lo stesso dell’uso dei filtri, che seppur complicano tempi ed azioni, è innegabile che possano oltremodo valorizzare le condizioni in cui scattiamo e quindi esaltarne il risultato, pur non essendo in ogni caso indispensabili, con le dovute eccezioni per condizioni di scatto ed effetti particolari.

Abbinato al treppiede, uno scatto remoto e la possibilità di impostare la nostra reflex con la funzione attivata “blocca specchio” ci permetterà di eliminare ogni possibile vibrazione (attenzione comunque alle giornate particolarmente ventose, specie se utilizzate tempi di esposizione molto lunghi).

In ogni caso, il controllo della nostra attrezzatura fotografica prima di uscire deve essere una regola ferrea: dimenticarsi qualcosa può rovinarci la giornata, perdendo momenti che possono essere unici ed irripetibili.

Occorre poi cercare una buona composizione, tenendo conto delle linee che compongono il paesaggio che vogliamo ritrarre ed ancor più quelli che possono essere gli elementi di disturbo: la presenza anche solo di un piccolo dettaglio negativo può rovinare l’intera immagine, in quanto una volta notato catturerà immediatamente l’attenzione di chi osserva la fotografia, facendo passare in secondo piano tutto il resto.

Soprattutto se si ha ancora poca esperienza, cercare di rispettare alcune basilari regole di composizione (come la famosa regola dei terzi) aiuta a realizzare una immagine piacevole.

Successivamente, si potrà osare ed ancor più divertirsi a stravolgere quelle stesse regole che ci hanno sino ad ora guidato. Allo stesso modo lo studio preventivo della location può aiutarci a preparare la fotografia che vogliamo realizzare.

È evidente che non tutto può essere preparato a tavolino; soprattutto le condizioni meteo sono a volte mutevoli ed imprevedibili ed in ogni caso la luce (e quindi l’atmosfera in cui ci troveremo a scattare, in fondo l’anima di ogni immagine) può variare continuamente, anche in pochi minuti per il semplice passaggio di una nuvola.

Avere la possibilità di visitare il posto anche di persona ci aiuta a capire meglio le inquadrature, a prescindere dalle condizioni meteo ed orari, quindi anche una breve passeggiata “fuori orario” non è mai tempo sprecato.

L’ora in cui ci recheremo sul posto è anch’essa di fondamentale importanza: se l’obbiettivo è quello di realizzare una fotografia che ritrae un paesaggio alle prime luci del giorno, arrivare per tempo sul posto per poter prima di tutto preparare l’attrezzatura ed attendere il momento giusto per scattare, è essenziale.

A volte non è neppure questione di minuti, ma di qualche secondo … il tempo scorre veloce.

In ogni caso, le prime luci del giorno e le calde e coinvolgenti atmosfere che si possono osservare verso il tramonto sono sicuramente gli orari migliori in cui realizzare le nostre fotografie, soprattutto per le emozioni che prima di tutto percepiremo nell’essere presenti in quei momenti e che verranno certamente trasmesse anche dalle nostre immagini.

La perseveranza nel visitare più volte la stessa location inoltre può regalarci piacevoli sorprese, anche se le volte precedenti ci ha offerto solo delusioni.

Soprattutto, non bisogna essere pigri: se rimanete sul divano di casa, l'immagine che avete in testa non si tramuterà mai in una fotografia, per restare un semplice vostro sogno.

Un concorso fotografico può essere un'ottima occasione per mettere alla prova quanto si è appreso in primo luogo dal punto di vista tecnico, in quanto la prima selezione da parte della giuria avviene sicuramente tenendo conto di questi aspetti; nitidezza, corretta esposizione e tutti gli altri parametri di base devono essere corretti.

Un aspetto a volte trascurato, spesso sottolineato da parecchi membri di importanti e qualificate giurie, è l'attinenza dell'immagine proposta con il tema del concorso o della categoria: parrebbe una cosa banale, ma non lo è affatto.
La miglior foto inserita nel contesto sbagliato è un imperdonabile autogol.

Ora però arriva il difficile ovvero capire cosa vuole la giuria, o meglio cosa serve per attirare la loro attenzione, per "colpirli", tenendo conto che il più delle volte osserveranno centinaia se non migliaia di altre immagini.

E quindi torniamo all'inizio, alle emozioni che avete provato e che, se avete fatto un buon lavoro, siete riusciti a comunicare con la vostra opera; perché in fondo è di questo che si parla: dovete convincerli con le vostre emozioni!


  • Il controllo dell'attrezzatura prima di una escursione è certamente importante per non ritrovarsi impreparati nel momento in cui dobbiamo scattare le nostre fotografie; fatelo con la dovuta attenzione.

Se poi la location scelta prevede una lunga camminata, evitate il superfluo in quanto tutto ha un peso e sprecare inutili energie potrebbe compromettere la buona riuscita della giornata, se non altro perché vi rallenta inutilmente.

Arrivare sul posto per tempo è altrettanto importante, anche per poter provare le diverse inquadrature, trovare quella che riteniamo più adatta e fare qualche scatto di prova per verificare la corretta esposizione e gli altri parametri necessari a garantirci l'immagine corretta, quanto meno sotto il profilo tecnico (rimanendo comunque pronti ad apportare le necessarie correzioni, se condizioni e quindi luce dovessero mutare).

Cerchiamo anche di essere "sicuri" del nostro operato, evitando di realizzare una serie eccessiva di immagini tutte uguali (o molto simili) fra loro: qualche scatto con eventualmente lievi correzioni sono più che sufficienti, evitandoci così di dover passare più tempo davanti ad uno schermo per la selezione delle immagini che sul campo a scattare fotografie.

Diverso è invece la funzione "bracketing" che non solo ci consente di poter eventualmente recuperare qualche errore di impostazione dal punto di vista espositivo, ma a volte è indispensabile per poter ottenere l'immagine ottimale, fondendo i diversi scatti in camera chiara una volta rientrati a casa (attenzione però all'uso finale che ne dovete fare; se la fotografia è destinata ad un concorso, leggete con attenzione il regolamento in quanto tale lavorazione potrebbe essere vietata, pena l'esclusione dell'immagine dalla competizione).

La selezione delle immagini a lavoro finito riveste anch'essa un ruolo importante; il controllo che possiamo fare sul campo durante la realizzazione delle nostre immagini non potrà mai essere accurato ed affidabile come quello che possiamo realizzare a video (se non altro anche solo per le caratteristiche dei monitor LCD montati sulle reflex).

Se possibile, fate vedere le immagini anche ad altri, se non altro per avere un parere diverso dal vostro, quindi meno condizionato.

Personalmente "allo scopo" utilizzo i miei famigliari, tutti "acerbi" di tecnica fotografica e quindi ritengo meno imbrigliati da alcune regole e considerazioni che inconsciamente siamo portati a fare nel vedere le nostre immagini, così come quelle altrui.

Una fotografia deve poter funzionare a prescindere dall'osservatore: conoscere le regole compositive servono a realizzare quell'opera, il capirla invece deve essere una cosa naturale.

Non per niente uno dei più grandi maestri di fotografia, Ansel Adams, pensava "che la fotografia sia come una barzelletta: se la devi spiegare non è venuta bene".

È certamente utile riuscire a crearsi un proprio workflow che inenvitabilmente parte come detto dalla selezione, dalla lavorazione del raw e infine dall'archiviazione delle immagini.

Evitate nel possibile di essere superficiali nelle vostre scelte.
Personalmente la prima operazione che eseguo, una volta scaricate le immagini sul disco rigido, è rinominare i file secondo un mio personale codice che mi permette di poter riconoscere e rintracciare a prima vista il file stesso, sapendo quindi in futuro cosa aspettarmi ancor prima che venga aperto (ad esempio codice autore, numero cartella, codice tipo, data, numero).

La seconda fase è dedicata alla selezione delle immagini, partendo inizialmente con "un filtro a maglie larghe", per poi successivamente diventare sempre più critico e selettivo al secondo passaggio, sino ad arrivare a conservare solo le immagini meritevoli, che non sempre vuol dire perfette dal punto di vista tecnico, potendo anche le fotografie con qualche difetto raccontare un momento unico che conviene sempre tenere di ricordo...

La gestione il più possibile accurata dei metadata è utile per poter in futuro rintracciare velocemente le immagini realizzate.

La fase di lavorazione dei file RAW prevedere l'intervento su alcuni parametri fondamentali: la composizione è quella su cui intervengo immediatamente se necessario (curare quest'ultima il più possibile già in fase di scatto è un'ottima cosa).

La fase successiva prevede l'eventuale bilanciamento del bianco ed infine intervengo su esposizione, contrasto, luci, ombre, saturazione, ect., sino ad arrivare alla gestione del rumore, il tutto eventualmente in modo anche selettivo solo su alcuni parti dell'immagine.

Ultimo passaggio: il backup.
Perdere le vostre immagini per questa dimenticanza, è veramente imperdonabile, a prescindere dall'uso e scopo delle vostre fotografie... sono e restano anche le vostre emozioni.

Il paesaggio che ci circonda condiziona le nostre emozioni; a volte basta solo assecondarle...

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Biografia

Marco Carulli

Per fare una buona fotografia da presentare ad un concorso fotografico, ad un giornale, ad un agenzia ci vuole un grosso studio sul tipo di cliente/rivista o concorso che abbiamo di fronte.

Dopo di che un fotografo naturalista deve cercare delle situazioni di luce ideali per il tipo di foto che vuole realizzare...che di solito sono all'alba o al tramonto.

Non sottovalutare, anzi, giornate di vento, pioggia o neve...situazioni imprevedibili che possono dare un valore aggiunto alla foto.

Un altro consiglio che potrei dare è quello di

evitare le foto troppo tecniche
, ma di lasciare sfogo alla propria creatività.


  • Prima: Pensare che avere una buona attrezzatura ti permetta di fare delle belle fotografie.

Durante: Pensare che fare un click è cosa da tutti.

Dopo lo scatto: Pensare di essere arrivati.
La foto migliore è sempre la prossima....

Evitate le foto troppo tecniche... lasciate sfogo alla vostra creatività...

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Biografia

Ottenere una buona foto, con cui poter ricercare la soddisfazione di un riconoscimento, non è una questione di tecnica.

La tecnica ci vuole, per carità, è la base. Va imparata, e va assimilata.

Ma fare una buona foto naturalistica non è  solo una questione di matematica.

Quello che anche nei miei viaggi cerco sempre di spiegare e dimostrare, è quanto sia molto più indispensabile, invece, conoscere il soggetto, studiarne gli aspetti, studiarne la vita, studiarne la luce, ed essere molto perseveranti:

che il soggetto sia un paesaggio, una città o un animale, è solo attraverso lo studio e la ostinata ricerca di come la luce, le stagioni, e le differenti composizioni siano in grado di rappresentarlo e valorizzarlo al meglio, che si può sperare di ottenere una foto che valga la pena di essere ricordata.


  • L'errore più comune è proprio quello di accontentarsi di applicare meramente una regola matematica in qualunque situazione, finendo a confondere una foto semplicemente "giusta" con una buona foto.

Perché una buona foto naturalistica è quasi sempre una foto giusta, ma il contrario lo è molto raramente.

Marco Bottigelli

​Conoscere il soggetto, studiarne gli aspetti, la vita, la luce, ed essere molto perseveranti...

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Biografia

Uno degli aspetti fondamentali per riuscire in un ottimo scatto paesaggistico è senza dubbio la pianificazione.

Preparare attentamente lo studio della foto dalla composizione, lo studio del territorio, visionare prima il movimento del sole durante le ore migliori del giorno, la presenza o meno di elementi di disturbo all’interno della scena, il tempo necessario a raggiungere il punto da noi prescelto e la difficoltà del percorso; sono solo alcune delle tante variabili che dobbiamo cercare di prevedere o di controllare quanto meglio possibile per avere uno scatto “pensato”.

Mi è capitato più volte di avere in mente uno scatto, ne ho tanti ancora irrealizzati perché non ho avuto le condizioni ottimali; un buona dose di perseveranza infine può aiutare nel caso non si sia fortunati al primo tentativo.


  • Spesso e volentieri leggo che la fotografia di paesaggio è molto limitante in quanto i soggetti sono statici e si ha tutto il tempo per studiare la scena e scattare con calma.

Credo che non ci sia considerazione più errata di questo!

La luce, quella buona, dura poco, pochissimo e dobbiamo essere pronti sul posto, nella condizione ottimale di scatto, con l’attrezzatura fotografica pronta, magari dopo aver fatto qualche scatto di prova.

La presunzione di avere tempo a volte è causa di uno scatto errato o addirittura mancato.

La luce, quella buona, dura poco, pochissimo e dobbiamo essere pronti sul posto...

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Biografia

Spesso e volentieri la fotografia di paesaggio rappresenta un attimo irripetibile, un racconto personale che solo tu puoi descrivere attraverso le tue immagini perché le emozioni che provi in quel momento sono qualcosa di molto intimo.

Ecco forse questa la ritengo la strategia "vincente", il saper trasmettere nella fotografia emozioni che al giorno d'oggi iniziano a scarseggiare in una società tutta internet e social network!

Prevedere la natura è cosa complessa e direi anche impossibile; alle volte ti prepari per giorni o mesi a un evento e poi quello stesso evento non accadrà perché madre natura ha semplicemente deciso così.

La fotografia di paesaggio è sicuramente preparazione e conoscenza del luogo che si andrà a ritrarre, fatta magari di ripetuti sopralluoghi preventivi, ma anche di attimi inaspettati e rubati, che bisogna essere pronti a cogliere, perché non si metteranno in posa come una modella in studio a seconda delle nostre richieste.

In definitiva è la costanza e la pazienza che forgiano un fotografo paesaggista!

Sono due qualità complesse ma fondamentali per cogliere l'effimera essenza di ciò che ci circonda.


  • L'errore forse più comune è quello del "adeguarsi alla massa", ossia fotografare posti comuni, visti e rivisti da tutti e che quindi tutti hanno già immortalato, creando un effetto di noia sugli interlocutori.

Bisogna ricercare l'innovativo e il punto di vista personale oltre che particolare.

Spesso e volentieri i maggiori concorsi internazionali al giorno d'oggi non premiano la foto con il tramonto mozzafiato o l'alba epica, ma fotografie molto più ricercate, spesso anche astratte, ma che sanno cogliere un particolare o un luogo in maniera totalmente diversa e con uno stile proprio ben definito.

Quindi errore gravissimo da fare sarebbe accontentarsi e non andare mai a sperimentare il nuovo e il poco conosciuto, che spesso è ciò che da le maggiori soddisfazioni.

Massimiliano Broggi

​In definitiva è la costanza e la pazienza che forgiano un fotografo paesaggista!

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Biografia

Per quanto mi riguarda, come consiglio iniziale, gli direi di non partire con l’idea di fare “la fotografia da concorso”; ma di partire piuttosto da un progetto che lo appassiona e di studiare bene, prima della partenza, il luogo che andrà a fotografare, nonché prendersi il tempo necessario per fotografarlo bene.

Infatti, gli scatti che mi hanno portato dei premi ai concorsi internazionali, sono frutto di tantissima passione e dedizione, settimane di preparazione, giorni e giorni sugli stessi soggetti e lunghe attese.

Tanta preparazione non toglie nulla alla creatività, anzi regala la possibilità di esprimerci al massimo anche nell’imprevisto.

Poi gli suggerirei di cercare luoghi, per quanto possibile, un po’ inediti o punti di vista nuovi o un tipo d’interpretazione personale del paesaggio.

Le giurie ricevono migliaia di scatti da tutto il mondo e le fotografie vincenti sono quelle che si distinguono da tutte le altre, quelle che restano impresse dopo averne viste migliaia.


  • L’errore più grave da non commettere prima dello scatto è di puntare la sveglia troppo tardi...

Per la fotografia di paesaggio la luce fa davvero la differenza. L’ottimale sarebbe arrivare nello spot fotografico un’ora prima dell’alba…

​Un errore grave durante la fase di scatto è di mettere via la macchina dopo aver fatto una fotografia soddisfacente.

Bisogna ad ogni scatto capire se si può ancora migliorare: interrogarsi se nella composizione c’è qualche elemento di disturbo che si può per esempio omettere facendo un passo avanti col treppiedi o se attendere una luce diversa o l’arrivo di un’ombra potrebbe migliorare l’atmosfera, interrogarsi sull’aggiunta di un filtro o se un tempo di esposizione più lungo potrebbe aggiungere delicatezza allo scenario e così via.

La ricerca e la sperimentazione sono alla base del processo creativo e un bello scatto è solo la parte finale.

Penso a un quadro o a una poesia: sono frutto di un processo, non di una pennellata o di un verso casuale.

L’errore più grave dopo lo scatto secondo me è selezionare la fotografia da inviare a un concorso poco dopo averla scattata.

Per valutare bene l’impatto di una fotografia bisogna guardarla, e semmai selezionarla, con una distanza emotiva che solo il passare del tempo può dare. L’ideale sarebbe selezionare la fotografia per un concorso tra quelle fatte almeno qualche mese prima...

Un errore grave è di mettere via la macchina dopo aver fatto una fotografia soddisfacente...

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Biografia

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Fotografia Notturna

consigli fotografia notturna

Maurizio Pignotti

Prima di poter realizzare uno scatto notturno ambientato di livello soddisfacente e bene sapere che non sempre l’improvvisazione aiuta.

Quasi tutti gli scatti che ho realizzato sono frutto di uno studio e preparazione preventiva che cerca di valutare ogni dettaglio.

In primis cerco di individuare e studiarmi il soggetto da fotografare, prendo informazioni sul luogo, come arrivarci, la sua ambientazione e faccio sempre un sopralluogo visivo finché c'è luce.

Tendo così già a preparare più di un’inquadratura e vedere quale di queste rende di più.

In secondo luogo mi studio preventivamente la posizione del cielo, con determinati software posso sapere se dietro al soggetto principale c'è la via lattea o la luna, magari con inclinazioni che aiutino la composizione.

Altra cosa importante è ricercare questi soggetti in zone con poco inquinamento luminoso: i cieli bui lontani dalle città aiutano molto la resa dello scatto.

Monitorare sempre il meteo, quindi scegliere giornate pulite dalle nebbie o umidità, anche se in alcuni casi sia le nuvole che le foschie possono dare qualcosa di magico allo scatto.

Molto importante è poi la composizione dello scatto, per renderlo diverso dai soliti cliché bisogna cercare di essere originali e catturare subito lo sguardo dello spettatore.

Quindi cercate sempre di crearvi un un progetto ben definito in mente, immaginatevi già il potenziale scatto nella vostra testa e studiate tutti i dettagli preventivamente: in questo modo il margine di errore verrà ridotto.


  • È un errore, secondo me, improvvisare totalmente tutto:

si può essere fortunati una volta su cento, ma le altre 99 volte rischiate di fare levatacce a vuoto, si perché in questo tipo di fotografia tutto è più difficile...

di notte magari da soli, non si vede nulla, fa freddo, ci potrebbero essere animali selvatici in giro, tipo cinghiali ecc..

Insomma fotografare di notte non è come fotografare di giorno, quindi non commettete l’errore di improvvisare nulla.

Un’ altro errore che spesso viene commesso è quello di arrivare in location e tirare fuori subito l’attrezzatura lasciandola ore ferma al freddo aspettando il momento propizio.

Tirate fuori l’attrezzatura solo quando sarete sicuri di iniziare a scattare, altrimenti si può creare un’alone di condensa sulla vostra lente, rischiando di ritrovarvi con tutte foto sfocate ed appannate.

Nella fotografia notturna ambientata è importante utilizzare anche un’attrezzatura di un certo livello, sensori di nuova generazione, ottiche grandangolari luminose di qualità e cavalletti stabili.

A grandi linee queste sono le linee guida principali per operare in un certo modo, poi naturalmente si potrebbe scrivere un libro su tutti i dettagli che si potrebbero utilizzare in molteplici situazioni.

Fotografare di notte non è come di giorno, quindi non commettete l’errore di improvvisare...

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Biografia

Personalmente, nell'ottica di voler vincere un concorso, gli direi di fotografare od un posto totalmente sconosciuto o un posto più famoso ma in modo "non convenzionale".

Con questo intendo dire che di foto fatte all'Aurora sopra la laguna di Jokulsarlon in Islanda ce ne sono parecchie al giorno d'oggi, ma nonostante questo non tutte sono da concorso.

Spesso questo non dipende dal fotografo (magari non si vedeva il riflesso nell'acqua dell'aurora quella sera, l'aurora era debole, o mille altri motivi!) ed altre volte invece si, ma comunque se si vuol sperare di ottenere qualche riconoscimento non si può lasciar nulla al caso.

Nel campo della fotografia paesaggistica (e naturalistica in generale) la programmazione è fondamentale:

-Quando sarò nel bel mezzo della notte sulla spiaggia della laguna, ci sarà la luna?
- A che ora sorgerà e tramonterà?
- Ed il meteo, il meteo come sarà?
- Sarà sereno tutta la notte o solo dopo il tramonto?
- Ci sarà la possibilità che pioverà un po' verso le 2 di notte?

Queste sono tutte domande di cui bisogna sapere la risposta già prima di esser lì.

Alla fine è questo che fa la differenza: la conoscenza.


  • - Errori da evitare prima: una cosa che non ho mai trovato scritta da nessuna parte (ma che mi ha fatto perdere del tempo quando ero a caccia di aurore) è di non tenere l'aria calda accesa in macchina mentre stiamo aspettando che l'aurora appaia nel cielo.

So che può sembrare una cosa davvero stupida, ma presi dal freddo verrebbe a chiunque di accendere un po' la macchina e riscaldarsi un pochino.

Beh, la vostra macchinetta non concorderà, credetemi!

Più di una volta sono sceso dalla macchina convintissimo, proprio quando iniziava ad apparire l'aurora in cielo, ed ho dovuto aspettare diversi minuti prima di scattare perché avevo l'obiettivo appannato!

Piuttosto bardatevi con mille sciarpe, ma evitate di far prendere sbalzi termici all'attrezzatura.

- Errori da evitare durante: il consiglio più spassionato che mi viene da darvi è: non fermatevi alla prima inquadratura.

L' Aurora è un fenomeno spettacolare, e appena vedrete il cielo infuocato nello schermo della vostra fotocamera sarete già li a far i salti di gioia dalla felicità, senza star troppo a vedere composizione, dati di scatto ecc.

Ecco, cercate di evitarlo, per quanto sia difficile!

Anche se la foto vi piace, cercate di ragionare come fate per qualsiasi altra foto che fate anche di giorno: le alte luci sono bruciate? L'aurora è come la sto vedendo io o è tutta spalmata per il cielo senza una vera forma? Se è così, devo accorciare i tempi di esposizione!

E la composizione? Ho incluso qualcosa di interessante al di là dell'aurora? Chi vedrà questa foto sarà catturato da essa o la riterrà solamente un'altra foto come tante?

Dovrete mantenere il sangue freddo e continuare a ragionare come fate per ogni altra foto, anche se starete esplodendo dalla meraviglia e dalla felicità!

- Errori da evitare dopo: sicuramente quello che sconsiglio di più è di esagerare con la post produzione.

Il verde dell'aurora è facile da saturare, basta qualche curva su Lightroom o Photoshop, quindi vi consiglio di tenere sempre a mente la scena che avete visto coi vostri occhi e cercare di riprodurla.

A volte mi è capitato di vedere foto di aurore inverosimilmente verdi o viola, o super contrastate.

La post produzione va fatta, ma serve un po' di criterio nel processo, quindi il consiglio che mi viene da dare è senza dubbio quello di mantenere la foto naturale.

Mantenete il sangue freddo e continuate a ragionare, anche se starete esplodendo dalla felicità!

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Biografia

Emanuele Cantelli

Le migliori strategie sono pianificare in modo maniacale l'uscita trattandosi di fotografia notturna, controllare bene il meteo e magari fare un sopralluogo di giorno per capire quale sia la migliore inquadratura!

Ricontrollare bene lo zaino fotografico per non lasciare nulla come batterie schede e comando remoto per lo scatto.

Controllare bene la messa a fuoco: di notte capita molto spesso di sbagliare!


  • Gli errori più gravi che vengono commessi sono, non valutare bene il luogo di scatto e non cercare l'inquadratura migliore creando così una foto poco gradevole allo sguardo.

Durante lo scatto mai accontentarsi del primo venuto, provare e riprovare...

Come già detto molti si accontentano e non pianificano le uscite e di notte è veramente difficile da valutare la scena in notturna.

Nella fase di post produzione il primo e unico errore è non valutare la foto che si ha davanti:

molti proseguono in questa fase molto importante muovendo i vari cursori a caso senza sapere cosa vogliono ottenere cercando di trovare un risultato buono.

Una corretta analisi della foto in RAW permettere di concentrarsi passo dopo passo su ogni aspetto dell'immagine creando una foto ottima.

Pianificare in modo maniacale, controllare bene il meteo e magari fare un sopralluogo di giorno...

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Biografia

La prima cosa che gli direi è : sii creativo.

Sebbene possa capitare di trovarsi al posto giusto nel momento giusto, programmare uno scatto e concretizzarlo così come lo si era immaginato, può dare davvero grandi soddisfazioni.

Questa è la strategia che oramai caratterizza i miei scatti, davvero poche cose sono lasciate al caso e questo grazie a svariati sopralluoghi che non fanno altro che stimolare la mia fantasia.

La sola scelta minuziosa della composizione, l’ora esatta , la posizione delle stelle, il periodo dell’anno, fanno sentire le proprie foto ancora più personali!

Questo naturalmente può portare a dover fare più tentativi per una sola foto..

mi è capitato di dover ritentare uno scatto dopo un intero anno per trovare le condizioni che cercavo, quindi suggerirei anche tanta pazienza e determinazione!


  • Sebbene gli errori servono proprio a migliorare, certe volte sono così banali da evitarli a tutti i costi.

Il primo esempio che può venirmi in mente è la pulizia delle ottiche.

- Prima dello scatto:

Soprattutto nella paesaggistica, a maggior ragione quella notturna, è facile ritrovarsi con la lente non perfettamente pulita: polvere ed umidità sono i peggior nemici per cui è bene prestare attenzione a questo aspetto, prima di partire da casa e soprattutto sul campo.

- Durante lo scatto:

Al momento dello scatto uno degli errori che si possono commettere è il non prestare particolare attenzione alla messa a fuoco, mi riferisco particolarmente di notte, dove diventa complicato anche solo guardare la ghiera.

Molte volte può capitare addirittura che la si tocchi accidentalmente nel buio senza rendersene conto, modificando così il piano focale, la cosa più orrenda e rendersene conto solo una volta tornati a casa.

Quindi la messa a fuoco merita la prima attenzione , soprattutto se si scatta di notte.

Quando parliamo di lunghe o lunghissime esposizioni , un rischio molto sottovalutato è l'effetto micro-mosso, l’errore più comune è quello di premere il pulsante di scatto sulla reflex senza sapere che in quel preciso istante stiamo scaricando delle micro vibrazioni che attraverseranno il corpo macchina stesso:

il risultato sarà una foto micromossa.

Ci sono due soluzioni per evitare questo rischio: il primo consiste nell'utilizzare lo scatto ritardato attivabile nelle impostazioni della reflex , mentre il secondo consiste nell'utilizzo di un telecomando...

la soluzione più efficace, e che utilizzo sempre, è la combinazione di entrambe le soluzioni.

Altro errore da evitare è la posizione del cavalletto, anche se quest’ultimo può raggiungere altezze significative eviterei sempre di utilizzarlo tutto esteso, meglio tenersi il più bassi possibile per evitare che improvvise raffiche di vento facciano vibrare il tutto, compromettendo così il risultato finale.

- Dopo lo scatto:

È banale dirlo, ma bisogna riguardare che tutto sia filato liscio.

È un grosso errore abbassare l'attenzione dopo aver visto la foto sul display della reflex poiché in un display così denso di pixel è difficile notare imperfezioni e difetti della foto.

Il consiglio è quello di zoomare e “setacciare” la foto almeno nei punti chiave controllando definizione, fuoco e altri aspetti rilevanti.

Sarebbe un peccato tornare a casa e notare queste imperfezioni sul nostro monitor.

La messa a fuoco merita la prima attenzione , soprattutto se si scatta di notte...

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Biografia

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Fotografia di Montagna

consigli fotografia di montagna

Mirko Sotgiu

Risponderò per punti. Ho esperienza nel mio settore specifico di concorsi di fotografia di paesaggio e naturalistica in montagna quindi i miei consigli sono specifici per i concorsi dedicati a questo tema.

Prima di tutto bisogna, se il concorso non è alla prima edizione, capire quali siano i temi e il tipo di fotografie che vengono pubblicate e selezionate dal concorso.

Faccio un esempio, se nel concorso per anni hanno vinto immagini di ungulati, cercherei di evitare nuovamente di mostrare alla giuria immagini simili degli stessi animai.

Le giurie vanno stupite, con mezzi etici e stando al regolamento!

A volte è capitato che animali ritenuti banali, faccio l'esempio di un cinghiale sono arrivati in finale se non addirittura scelti come vincitori.

Cosa ha vinto? La creatività, il saper leggere la luce e la capacità di esprimersi.

Siate creativi non tecnici.

Spesso vedo, da membro di giuria, un ultra tecnicismo, immagini formalmente corrette, perfette si potrebbe dire, ma tutte simili.

Quello che voglio dire è che se si pensa qualcosa bisogna metterlo in pratica senza farsi influenzare dalle mode.

Basta sapere cosa il concorso vuole e far di testa nostra.

Mi è capitato spesso di alzare la mano verso uno scatto creativo, diverso, magari con qualche errore d’inquadratura, ma che ritrae qualcosa che gli altri non hanno visto.

Evadere le regole della fotografia (prima bisogna conoscerle) è uno degli esercizi necessari per realizzare qualcosa di diverso, specie di questi tempi dove internet ha creato parecchia omologazione e moda.

La fotografia naturalistica non è solo eccezionalità, ma è ricerca, dedizione e una buona dose di creatività.

Ricordatevi sempre che per ottenere uno scatto interessante non si cercano scorciatoie, non si reca danno all'ambiente.

Ho visto ormai troppe volte immagini prima selezionate come vincitrici e poi scartate per evidenti danni alla specie o peggio scatti completamente costruiti e poco etici.


  • Dagli errori s’impara, anzi dagli sbagli si scoprono nuove frontiere, è così nella scienza ed è uguale nella fotografia

Non mi preoccuperei troppo di sbagliare, piuttosto starei attento a ciò che voglio realizzare, che ho nella testa e devo sviluppare.

Come detto prima esistono situazioni per cui un'immagine viene a priori, scartata.

In fotografia naturalistica evidenti danni ambientali o alla specie, o metodologie non etiche sono il primo filtro per scartare una fotografia in giuria.

Non replicate gli altri, cercate di essere originali: se una fotografia ha vinto l'anno precedente, non vuol dire che bisogna realizzare lo stesso tipo di scatto con la stessa tecnica.

Usate Photoshop con parsimonia, specie in naturalistica le giurie non amano immagini elaborate, ancor meno HDR e focus stacking.

Se parliamo di fotografia naturalistica parliamo di immagini che ritraggono il mondo per quello che è e lo documentano con una certa rigidità scientifica.

Prima l'informazione e poi l'emozionalità dell'immagine, se il vostro scatto ha entrambe le caratteristiche può avere le carte in regola per vincere un concorso.

Purtroppo devo ammettere che non in tutti i concorsi valgono questi valori, vostra capacità sarà anche quella di scegliere le competizioni più interessanti e serie.

Le immagini devono ritrarre il mondo per quello che è, documentandolo scientificamente...

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Biografia

Osserva il tipo di immagini che hanno premiato nelle edizioni precedenti:

molti concorsi mantengono nel tempo preferenze per stile o location.

Segnati il termine di chiusura e valuta il numero di foto da proporre in base al punto.

Se fai delle previsioni o dei calcoli sull'esito del concorso verranno puntualmente disattesi quindi prendi i concorsi con filosofia e leggerezza.


  • Gli errori da non commettere nella fotografia di paesaggio potrebbero essere tanti ma il primo è quello di farsi condizionare troppo dal meteo:

è giusto consultarlo prima delle uscite ma spesso ci può ingannare...

se abbiamo in programma un uscita facciamola e impariamo a trarre il massimo da quello che troviamo:

apriamo la mente a nuove visioni e a prospettive diverse!

Matteo Zanvettor

Nella fotografia di montagna apriamo la mente a nuove visioni e a prospettive diverse...

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Biografia

Salvo Orlando

Ottenere una buona foto di paesaggio non è per nulla scontato.

A mio avviso ci sono un paio di elementi base da tenere ben in considerazione, la luce e la composizione:

per ottenere questi elementi ci vuole prima di tutto perseveranza, difficilmente al primo tentativo si è abbastanza fortunati da trovare le giuste condizioni di luce.

In questi casi, quando non ci sono le giuste condizioni ambientali, la sessione fotografica diventa un’ottima occasione da sfruttare per studiare il paesaggio e saperne cogliere la composizione più promettente.

Le foto che vanno ai concorsi in genere sono le foto che per certi versi sono molto accattivanti, che attirano l’attenzione subito, dove magari il rosso riverbero di un tramonto illumina le cime delle montagne, oppure un arcobaleno incornicia la nostra composizione, etc.

C’è però da sottolineare che non tutti i concorsi sono mossi da questo genere di foto, alcuni sono più orientati ad una visione più intima, dove sono le atmosfere particolari o il piccolo dettaglio che fanno la foto di paesaggio, in definitiva però dipende molto dalla giuria che guarderà le foto.

Probabilmente sarebbe il caso di documentarsi sui fotografi della giuria oltre a contare su un buono scatto.


  • Pensare di andare a fotografare per portare a casa lo scatto da concorso è a mio avviso sbagliato sia come approccio sia come possibilità reali.

L’approccio del fotografo naturalista deve essere quello di vivere questa passione in completo contatto con la natura, farsi trasportare da essa e riuscire a coglierne l’essenza anche in pochi scatti.

Fare fotografia di paesaggio in montagna, a volte può essere particolarmente complicato, le condizioni atmosferiche o la stanchezza legata ad un lungo trekking possono far perdere un po’ di lucidità e questo ci porta a commettere errori tecnici anche piuttosto banali, ma che poi possono vanificare una buona foto.

Quindi il mio consiglio è quello di valutare bene tutti gli errori evitabili:

controllare la stabilità del treppiedi per evitare il micro-mosso, verificare la pulizia della lente e/o filtri (soprattutto quando pioviggina), stare con la fotocamera in bolla, evitare elementi estranei che entrano nel fotogramma… etc.

Sono cose banali, ma a volte i momenti concitati per non perdere la buona luce o la stanchezza possono fare brutti scherzi.

Una volta fatta la foto, verrà il momento della post-produzione, qui è dove una foto buona può improvvisamente diventare quanto di peggio ci possa essere in una foto paesaggistica.

Negli ultimi anni la post-produzione spinta, quella fatta di colori impossibili e ipersaturi, quella fatta manipolando distorsioni prospettiche o ancora peggio aggiungendo/togliendo elementi alla scena, l’hanno fatta da padrona.

Queste situazioni oltre ad essere eticamente scorrette, in una buona parte dei concorsi di un certo livello, vi garantiranno l’esclusione.

L’ approccio del fotografo naturalista è quello di vivere in completo contatto con la natura...

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Biografia

La strategia più importante è sviluppare lo scatto partendo da un'idea ben precisa che va pianificata prima e la cosa essenziale da tenere presente è la luce e la sua posizione.

Troppo spesso sul web si trovano fotografie esageratamente lavorate con punti luce completamente inventati, alcuni arrivano ad invertire i punti cardinali stravolgendo così il paesaggio.

Il web può anche perdonare ma un concorso no:

nel caso la foto venga selezionata dalla giuria di norma viene chiesto lo scatto originale, il file grezzo di partenza ovvero il RAW che non può essere manipolato in alcun modo.

Quindi se ad esempio la nostra idea prevede di immortalare un soggetto (potrebbe essere un paesaggio ma anche un fiore in silhouette per una fotografia macro, dove il sole debba essere in una certa posizione, magari all'alba quando spunta all'orizzonte) bisognerà conoscere in precedenza l'orario in modo da portarsi sul posto con il giusto anticipo.

Strumenti quali app o siti web oggigiorno aiutano molto e quindi consiglio di utilizzarli sempre.

Stesso discorso vale per il colore, non sarà sempre Photoshop a salvarci nel caso di colori sbiaditi, tonalità non volute e luci spente, meglio prevedere in fase di scatto tutto ciò e scegliere gli orari migliori per la fotografia:

i momenti che precedono e seguono l'alba e il tramonto sono i migliori, la luce è bassa e radente e colpisce i soggetti enfatizzando colori e dettagli, a mezzogiorno non varrà più la pena essere ancora sul campo ma dovremo già essere a casa a brindare al nostro scatto vincente


  • Osservare bene la scena che si sta inquadrando sia nel mirino sia sul live view della reflex per evitare di includere elementi di disturbo.

A volte può sfuggire qualche cosa che inizialmente non avevamo visto e una volta a casa non lo si potrà più togliere, l'intruso salterà immediatamente all'occhio di chi guarda lo scatto, che diverrà di per sé inutilizzabile per un concorso.

Per altri utilizzi a volte un errore di inquadratura, se piccolo, può essere corretto usando il "timbro clone" del programma che utilizziamo per lo sviluppo delle immagini, ma ciò non è permesso generalmente dal regolamento dei concorsi, quindi molta attenzione in fase di scatto ad elementi di disturbo.

Attenzione anche agli orizzonti storti!

Per evitare questo errore, meglio servirsi di una bolla se la livella elettronica non è presente fra le opzioni della reflex che si utilizza, e sfruttare anche linee quali alberi, orizzonte del mare, muri delle case o quant'altro sappiamo sia per su natura diritto, questo per essere certi di non avere un'immagine storta come risultato finale.

Moreno Geremetta

La strategia più importante è sviluppare lo scatto partendo da un'idea ben precisa...

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Biografia

Antonio Zimbone

La strategia migliore è concentrarsi sul soggetto da fotografare e cercare l'aspetto migliore che offre quel luogo.

Consiglio di osservare molto bene ogni singolo aspetto della luce che offre, suggerisco un approccio mentale e non emotivo del paesaggio.

Estraniarsi dal presente e riassumere ogni sensazione nel linguaggio fotografico (luce, prospettiva, composizione).


  • Gli errori che si commettono sono sempre di carattere tecnico.

La foto di paesaggio richiede diverse tecniche che vanno dal mosso creativo alla doppia esposizione, ecc.

Conoscere la propria attrezzatura (fotocamera, obiettivi...) è di fondamentale importanza per poter gestire al meglio situazioni di luce estreme o difficili...

Concentrarsi sul soggetto da fotografare e cercare l'aspetto migliore che offre quel luogo....

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Biografia

Per realizzare una buona fotografia di montagna, oltre a scegliere accuratamente la location, è fondamentale ricercare le condizioni ambientali migliori, in grado di poter donare atmosfera ad i nostri scatti.

La spettacolarità di un tramonto o di un alba, va spesso ricercata in quelle condizioni particolari, (date dalla nuvolosità o da qualche evento atmosferico) che permettono di impreziosire i nostri scatti rendendoli di notevole impatto visivo ed emozionale.

Oltre a ricercare la giusta atmosfera, è importante a mio avviso presentare immagini originali sia dal punto di vista compositivo, sia per quanto riguarda la scelta della location, evitando di scattare immagini stile cartolina.


  • Tra gli errori più gravi, il non prestare la dovuta attenzione a come componiamo le nostre immagini sul campo:

capita spesso di vedere situazioni molto belle, ma poi riprese in modo banale o poco accattivante, quindi bisogna prima di tutto prestare molta attenzione a questo aspetto.

Ovviamente è importante non commettere errori tecnici grossolani al momento della ripresa, onde evitare di dover poi cestinare lo scatto.

Non bisogna improvvisare le nostre uscite, in quanto la fotografia di paesaggio richiede un minimo di pianificazione, altrimenti si rischia di vanificare i nostri sforzi.

Come ultima cosa consiglio di prestare la dovuta attenzione alla post produzione, ricordando che stiamo facendo fotografia di paesaggio, quindi meglio evitare elaborazioni improbabili e troppo artefatte.​

Fabio Marchini

Attenzione a come componiamo le nostre immagini sul campo!

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Biografia

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Fotografia Infrarosso

consigli fotografia infrarosso

Claudio Schincariol

Purtroppo o per fortuna, la fotografia infrarosso è molto legata alla natura, intesa come vegetazione e a particolari periodi dell'anno.

Riconducibili questi alla maggiore rigogliosità delle piante le quali producono grazie alla sintesi clorofilliana una dose supplementare di radiazioni IR, oltre naturalmente a quelle riflesse.

Cercare inoltre di capire il più possibile cos'è l'infrarosso, intendo tecnicamente, e capito questo indirizzarci verso un apparecchio che sia in grado di registrarlo al meglio.


  • Il peggiore errore che si possa commettere è aspettarsi che la sola magia di questo tipo di ripresa sia sufficiente a dare una buona immagine.

In realtà tutte le regole di composizione, focale di ripresa, esposizione ecc... sono altrettanto determinanti a raggiungere un buon risultato.

Non aspettarsi che la sola magia dell'infrarosso sia sufficiente a dare una buona immagine...

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Biografia

Per arrivare a fare dei buoni scatti in Ir, a parer mio, bisognerebbe sapere cosa significhi scattare in infrarosso e poi avere conoscenze fotografiche e di post produzione base che reputo fondamentali.

L' infrarosso registra immagini che sono invisibili all'occhio umano, ovvero superiori ai 700 nm.

I nostri occhi vedono lo spettro visibile che si colloca fra i 380 e i 700 nm circa.

La macchina fotografica restituisce file con colori completamente diversi dalla realtà che conosciamo ovviamente, ed è proprio questo che rende questo genere di foto molto affascinante.

Suggerimenti particolari sono a mio parere di cominciare prima con un filtro da applicare davanti all'obiettivo e poi, semmai, dopo qualche periodo se il genere piace, si può passare anche alla modifica della reflex.

Inoltre una buona conoscenza di Ps è importante per intervenire con le varie tecniche di post produzione; in internet si possono trovare validi tutorials.

L'effetto molto caratteristico che si nota nelle foto in Ir è il colore del fogliame, per cui nella bella stagione si possono ottenere bellissime fotografie che ritraggono gli alberi.

Inoltre le giornate molto luminose si prestano bene alle foto in infrarosso perché regalano spettacolari contrasti.


  • Gli errori che si possono commettere sono quelli legati alla fotografia comune:

bisogna sempre avere pazienza e voglia di imparare e mai perdersi d'animo se alle prime fotografie non si vedono i risultati sperati.

Col tempo e con un po' di esperienza anche i piccoli errori non si commetteranno più.

L'effetto molto caratteristico che si nota nelle foto in Infrarosso è il colore del fogliame...

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Biografia

Andrea Stanchi

I consigli che posso dare sulla tecnica Infrarosso è di regolare per prima cosa il bilanciamento del bianco.

Da macchina in pre, scattare nelle prime ore di luce del mattino e le ultime durante la giornata sopratutto d'estate.

Stare sempre dalla parte della ragione sotto-esponendo perché il recupero luci è più facile e cosa molto importante uscire quando ci sono nuvole o comunque anche quella velatura nel cielo:

la fotografia a Infrarosso con queste condizioni tira fuori il meglio!


  • L'errore che invece non bisogna commettere mai quando si vuole intraprendere questo tipo di fotografia è sovraesporre:

diventa impossibile recuperare il file!

Uscite quando ci sono nuvole o comunque anche quella velatura nel cielo...

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Biografia

Fotografia Subacquea

consigli fotografia subacquea

Il mio é un ramo di fotografia molto particolare, visto che per realizzarlo mi trovo immersa nell’elemento acqua.

Quando entro in acqua devo avere le idee ben chiare su ciò che voglio realizzare e su come poter raggiungere il mio “scopo fotografico”, visto che il tempo a mia disposizione é limitato per ovvie ragioni tecniche.

Posso trovarmi di fronte a scene incredibili, ma se non trovo le giuste variabili per immortalarle, le mie foto saranno solo dei semplici racconti biologici e non delle immagini che trasmettono emozioni.

Quando mi trovo in acqua con la mia macchina fotografica, provo una sensazione di armonia totale con l’ambiente che mi circonda: mi sento così felice ed in pace con me stessa che non posso immaginare un altro luogo al mondo dove posso sentirmi così bene.

Mi lascio completamente trasportare dalle emozioni, mi capita di piangere, tremare, urlare, ridere e quasi sempre di innamorarmi.

Parlo con il mare, gli confido le mie speranze, i miei sogni, lo tratto come l’amico più prezioso che ho e lui ricambia con regali meravigliosi.

È lui che decide quando e come coinvolgermi, io sono solo pronta a cogliere ciò che mi viene donato.

L’unico consiglio che mi sento di dare a chi vuole partecipare a dei concorsi di fotografia naturalistica é di scegliere con cura le immagini che lo rappresentano, quelle che gli hanno fatto tremare il cuore mentre le scattava.

Non spingete mai troppo per ottenere immagini sensazionali, é la natura che decide il come ed il quando.

Trattatela con rispetto e lei ricambierà.


  • L’errore più grave a mio avviso é il non rispetto per la natura, il mettere il proprio ego davanti a quello che il Creatore ci ha donato.

Io credo fortemente che uno scatto pur bellissimo che sia non vale nulla se per ottenerlo abbiamo maltrattato la natura o un essere vivente.

Per il resto dico lasciatevi andare, scattate come vi piace, sbagliate, provate e riprovate, divertitevi sempre e soprattutto emozionatevi.

Non dispiacetevi se le vostre foto non hanno vinto, ci saranno altri concorsi, altre soddisfazioni, altri scatti.

Un bravissimo fotografo che fa parte di molte giurie prestigiose un giorno, di fronte ad una mia sconfitta, mi disse:

“Virginia, non chiederti cosa manca alle tue foto, ma cerca di capire cosa hanno in più rispetto alle tue le immagini che hanno vinto".

Virginia Salzedo

Cerca di capire cosa hanno in più le foto che hanno vinto rispetto alle tue...

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Biografia

Massimo Boyer

Uno importante: non seguire i miei consigli!

Scherzo, purtroppo però devo annotare come il mondo dei concorsi di fotografia subacquea tende a premiare sempre foto molto simili, e in questo modo genera un appiattimento della fotografia subacquea, toglie la voglia di sperimentare.

Sono stato in giuria in alcuni concorsi, parlo a ragion veduta. Spesso davanti alle foto presentate io vorrei vedere un po' più di coraggio, di sperimentazione, qualcosa di nuovo.

Poi però le giurie finiscono col premiare la solita gorgonia, col modello sullo sfondo in diagonale e la torcia accesa in mano.

Comunque sia, che siate portati a osare o a cullarvi nella sicurezza del deja vù, controllate sempre che la vostra foto abbia un soggetto chiaro e inequivocabile, uno sfondo col giusto contrasto, una buona sensazione di tridimensionalità, e possibilmente che racconti qualcosa di nuovo.

Non posso promettervi che vincerete, ma io vi premierei!


  • Prima di iniziare a scattare io consiglio sempre ​di ambientarsi per qualche minuto in acqua, per capire a fondo l'ambiente che stiamo visitando e per farci accettare dagli animali marini.

Sbagliatissimo per me iniziare a scattare a raffica, con affanno.

- Durante: cerchiamo sempre il miglior punto possibile per riprendere il nostro soggetto, non abbiamo paura di metterci al suo livello, o anche sotto, di dare inclinazioni strane alla fotocamera, di scattare in verticale (formato che il computer penalizza, ma che io continuo ad amare).

Non scattiamo dall'alto in basso, a meno che sia per cercare un effetto particolare.

- Dopo: una bella foto si fa al momento dello scatto, non con Photoshop.
Non esageriamo mai con il foto-ritocco.

Mi capita di vedere foto con maschere di contrasto che rendono il soggetto plasticoso... non so se mi spiego, ma credo che se il nostro pesciolino arriva a somigliare a una statua di cera, abbiamo esagerato.

Il bianco e nero può avere il suo perché, ma dovrebbe essere sempre giustificato da ragioni artistiche, non dal tentativo di dare profondità a uno scatto piatto...

Prima di iniziare a scattare io consiglio sempre ​di ambientarsi per qualche minuto in acqua...

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Biografia

Uno degli aspetti più importanti nella fotografia subacquea è la pianificazione:

un'ottima preparazione e un buono studio sono la chiave per una foto di successo, purtroppo il nostro ambiente fotografico è mutevole sotto molti aspetti, e proprio per questo non possiamo lasciare nulla al caso.

Il sapere dove trovare una determinata specie, capire quale sia l'orario migliore per fotografarlo e, sopratutto, riuscire a capirlo e interpretarlo nei suoi movimenti, prevedendo i suoi spostamenti saremo sempre nel posto giusto al momento giusto


  • Ci sono molti errori grossolani che vengono commessi, dal pensare che avere attrezzatura costosa mi farà fare sicuramente belle foto, al non conoscere al meglio la propria attrezzatura.

Molte volte sott'acqua siamo costretti a scattare al volo, quasi d'istinto, regolando i parametri di pancia senza pensare, e sei perdi tempo a pensare a quale tempo o diaframma è meglio impostare la tua scena è persa.

Il più comune è quello di dover per forza avere una foto buona: la fotografia è fatta di lunghe attese, di tante uscite a vuoto, di tanta esperienza e passione, non si può pensare di avere tutto e subito...

Davide Lopresti

La fotografia è fatta di lunghe attese, di tante uscite a vuoto, di tanta esperienza e passione...

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Biografia

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Pietro Formis

Innanzi tutto gli consiglierei di non prenderla troppo sul serio:

i concorsi sono un buon metro di paragone con gli altri fotografi e un’occasione per mettersi in mostra.

Non si può però stabilire il proprio valore in base ai risultati delle competizioni.

Il mio consiglio è di non scattare in funzione dei concorsi, ma di sfruttare l’occasione per condividere gli scatti migliori dei propri progetti.

Inoltre sconsiglio di fare troppe strategie e seguire invece il proprio istinto.

Se una foto è potente, lo è indipendentemente dalle strategie, se sei convinto della bontà di un’immagine, mandala, punto.

Vale la pena di inviare anche gli scatti più particolari o strani, magari qualche esperimento...si può osare in queste occasioni!


  • Prima: cercherei di non emulare foto già viste nelle edizioni precedenti; anche se, capire il tipo d’immagini che sono premiate è fondamentale.

Per esempio in alcuni concorsi viene premiato più l’aspetto interpretativo/estetico in altri invece quello comportamentale, l’azione etc.

Durante: credo sia fondamentale ( soprattutto pensando alla fotografia subacquea) rappresentare scene veritiere dal punto di vista biologico.

Per esempio, lo spostamento di soggetti su substrati innaturali, anche se non fatto di proposito è una dichiarazione di “non conoscenza” da parte del fotografo. Credo che sia fondamentale non ingannare l’osservatore.

Essere corretti paga, sempre.

Dopo lo scatto: il consiglio è ovviamente quello di scegliere l’immagine più forte di ogni serie concentrandosi su quella e non inviare troppe fotografie simili.

Post-produrre con cura, senza fretta e senza stravolgere l’immagine con interventi eccessivi.

Le foto prescelte devono essere ben riuscite sin dalla fase di scatto.
Immagini tecnicamente mal riuscite e recuperate con fatica, difficilmente avranno successo, soprattutto in concorsi importanti.

Se una foto è potente, lo è indipendentemente dalle strategie...mandala, punto.

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Biografia

Per fare una foto subacquea da far partecipare ad un contest importante bisogna prima avere le idee chiare su cosa andare a fotografare, quindi stabilire se wide, macro, fish o creativa....

Ogni tipologia ha bisogno di una attrezzatura diversa, quindi decidere in quale tipo cimentarsi e poi attrezzarsi adeguatamente.

Poi quando ci si immerge, idee chiare sui soggetti da fotografare... oltre a una dose di fortuna di incontrare soggetti e situazioni unici!

Dopo c’è la parte più difficile: la scelta della foto da inviare che per i neofiti è molto difficile, ci vuole occhio ed esperienza, anzi è un luogo comune anche tra gli esperti fotografi.


  • Prima: è non valutare bene l’attrezzatura adatta o essere superficiali nella preparazione dell’attrezzatura.

Durante: il più importante è il tempo, bisogna avere calma e tranquillità per trovare il soggetto giusto e per impostare la composizione, la fretta e il fatto di pensare alla riserva di aria fa commettere errori durante lo scatto.

Dopo: pensare con il proprio gusto o sottovalutare alcune immagini, oppure essere superficiali nella post-produzione.

Massimo Giorgetta

E quando ci si immerge, idee chiare sui soggetti da fotografare... oltre a una dose di fortuna!

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Biografia

Annamaria Bruni

Prima di tutto, non effettuate mai immersioni in solitaria, è più sicuro essere in compagnia, visto che chi fa le foto è sicuramente meno attento alle condizioni generali e più concentrato sulla fotografia.

Se la luce è l'elemento fondamentale per la riuscita di una buona foto in generale, lo è ancora di più per la fotografia sott’acqua.

Se non si possiede un Flash subacqueo, bisogna seguire la luce naturale.

Osservare senza fretta il comportamento del pesce che volete fotografare in mare, vi aiuterà a scegliere al meglio il momento più propizio per il vostro scatto.

Prestare attenzione al dettaglio nella subacquea ripaga, si ha la possibilità di fotografare un mondo affascinante e pieno di sorprese.

La pazienza è fondamentale per non farsi scappare l'attimo giusto.!


  • Sicuramente bisogna prestare molta attenzione a preparare l'attrezzatura per essere sicuri di evitare allagamenti.

Seguire i pesci allo sfinimento è un altro errore molto comune, che fanno tutti i principianti.

Nella subacquea vince chi aspetta paziente!

Seguire i pesci allo sfinimento è un altro errore molto comune, che fanno tutti i principianti...

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Biografia

Il primo suggerimento che mi sento di dare al mio amico è sicuramente quello che secondo me sta sbagliando l’approccio.

Se ho foto che ritengo all’altezza di un determinato concorso, partecipo, altrimenti non ha senso.

Se proprio vuole qualche suggerimento, è molto utile cercare di capire quale tipo di immagini vengono premiate in quel concorso specifico a cui si vuole partecipare ma cercare di non realizzare foto molto simili a quelle già premiate nelle edizioni precedenti, cercando di ottenere scatti originali.

Tenere sempre in considerazione che per concorsi che hanno decine di migliaia di foto da valutare, la leggibilità immediata della foto è fondamentale perché le prime selezioni saranno inevitabilmente molto “imprecise”.

Solo nel caso il mio amico avesse grande disponibilità economica e/o molto tempo da dedicare, il mio consiglio sarebbe quello di scegliere un soggetto particolare, magari presente solo in un determinato habitat difficile da raggiungere o poco conosciuto, studiare le abitudini, pianificare mentalmente la foto che si vuole ottenere e poi scegliere il momento e il modo migliore per realizzarla in acqua.


  • L’errore più grave secondo me è proprio quello di scattare per un concorso.
    Si scatta perché si ama far le fotografie e perché si vuole realizzare qualcosa che rappresenti il nostro stile.

Poi quando viene lo “scatto perfetto” per un concorso lo potremo proporre, ma non viceversa.

Il secondo errore è quello di manipolare la natura, ovvero ritrarre gli organismi in situazioni non naturali, biologicamente non veritiere.

Con questo intendo animali ripresi in situazioni innaturali o spostati in ambienti diversi dai loro.

Questa è una “truffa” che si paga caro prezzo con la propria reputazione e quindi, anche se apparentemente ben orchestrata, non paga mai.

Il terzo errore da non commettere prima dello scatto è quello di non essere flessibili. Molte foto per essere realizzate vanno pensate prima, studiate e pianificate ma molto spesso gli scatti migliori arrivano per caso.

Magari si è pianificato di fotografare quel preciso organismo ma poi durante la ricerca si trova qualcosa d’altro che non si era previsto e bisogna essere pronti a scattare.

L’errore da non commettere invece durante lo scatto, secondo me, è quello di essere troppo “ansiosi” di portare a casa un risultato.

Aspettare quindi sempre il momento migliore, perché molte volte è proprio la paura di perdere l’occasione a rovinare tutto.

Un altro errore da evitare durante lo scatto è fermarsi alla prima inquadratura che sembra perfetta o ad un unico schema di luci se si usano i flash.

Se si ha il tempo, sempre meglio cercare altri punti di ripresa, altre posizioni e potenze dei flash.

Per il dopo, il mio consiglio è evitare di post produrre tutto.

Dedicare tutto il tempo a disposizione solo alle foto migliori, ma senza esagerare con interventi eccessivi che rischiano di rendere innaturali le foto e soprattutto, riguardare sempre a distanza di qualche giorno il risultato.

Lorenzo Terraneo

Non manipolate la natura, mai ritrarre gli organismi in situazioni non naturali...

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Biografia

Fotografia Macro

consigli fotografia macro

Premesso che per me fotografare è una forma di comunicazione ed espressività molto personale consiglierei prima di tutto di non organizzare mai e poi mai un uscita con l'intento di dover fare uno scatto per un importante concorso fotografico ma invece di usare, appunto, un eventuale concorso come metro per poter valutare e migliorare il proprio livello tecnico e conoscitivo, sempre però con il giusto distacco e mai con "bramosia".

Per me la miglior strategia è sempre quella di essere se stessi, sempre.

Esserlo, o sforzarci di arrivarci vicino può permettere di vivere l'esperienza fotografica in maniera più consapevole e serena proiettandoci in una specie di viaggio anche interiore se vogliamo.

Credo che in alcuni progetti che ho realizzato ho sicuramente imparato a conoscere molto più me stesso di quanto non lo avessi fatto prima, questo indubbiamente è un fattore che mi da una marcia in più e un ulteriore elemento per entrare in sintonia con il lavoro da affrontare sul campo.

Un fattore poi che sicuramente consiglierei, ma sempre facendo riferimento alla breve premessa è quello della pianificazione di un "progetto fotografico".

Lavorando nell'ambito della fotografia naturalistica prima di incominciare un lavoro sarebbe sempre opportuno studiare fin nei minimi dettagli la biologia dei soggetti che andremo a riprendere e con essa altri importanti fattori come certe dinamiche comportamentali, i fattori di rischio e disturbo.

Bisogna valutare un eventuale approccio errato da parte nostra perché sicuramente se da una parte vogliamo avere una bella foto di certo non possiamo permetterci di creare un danno o un disturbo ai soggetti fotografati o all'ambiente che ci ospita in generale, questo sarebbe contro ogni logica.

Assieme alla pianificazione uso molto accostare quella che definisco "pre-visualizzazione".

Quest'ultimo è un processo ed un allenamento mentale che stimola molto la fantasia di ogni singolo autore se imbrigliato nei giusti canali, previsualizzare infatti mi aiuta a rendermi conto di come lo scatto finale dovrà manifestarsi sul sensore.

È solo ad allora che inizieranno sopralluoghi, sempre in zone dove si abbia possibilità di avvistare il soggetto dello scatto, uno studio accurato delle location, della luce, e di altri fattori che determineranno la foto.

Ovviamente lavorando in natura non potremo avere un totale controllo di tutti questi ed altri molteplici fattori ma anche con personali riscontri pratici, previsualizzare il lavoro finale di certo ci aiuterà a cogliere innanzi tutto al volo possibili occasioni e sfruttare al meglio le chances che potranno esserci concesse.

Alla fine dei conti, lo scatto finale sarà una media tra la costanza, la pianificazione, la previsualizzazione, la costruzione insomma dello scatto intrinseco e una piccola, ma piccola dose di fortuna.

In un esempio pratico, ho alcuni scatti riuscitissimi semplicemente eseguiti perché ho scelto prima tutta una serie di parametri, poi sapendo del passaggio di certi soggetti, semplicemente ho atteso per mesi fino al momento giusto portando così a casa una cosa molto simile a quella che avevo sognato a monte...

credo che questa sia un ottima strada per fare delle buone foto!

In fase di valutazione delle foto da inviare potrei sicuramente consigliare di valutare i membri che compongono la giuria del concorso che si desidera affrontare.

Questo potrebbe riservare a mio avviso alcuni piccoli vantaggi perché sicuramente una foto di un serpente può essere più apprezzata da un giurato che li fotografa che non da uno specializzato in leoni...

Però personalmente quando decido di partecipare ad un concorso cerco invece di mandare le foto a cui tengo di più e con le quali ho costruito una connessione perché portano una storia personale e sono le foto che vorrei fossero maggiormente premiate.


  • Uno degli errori più gravi secondo il mio punto di vista è quello di uscire a fare foto "da concorso" o "per il concorso":

la vedo come una cosa riduttiva e che forvia dalla vera essenza della fotografia, soprattutto da quella naturalistica.

Un altro grosso errore secondo me è quello di emulare o imitare invece di seguire (o almeno provare a farlo) una propria strada personale.

Imitare limita quello che è la nostra creatività e ci rapisce dalla gioia di creare la foto, non è un segreto infatti che nonostante scopiazzando si raggiungano anche velocemente risultati apprezzabili ma che poi si cada nei cerchi di ridondanza (così li chiamo) dove si inizia a fare la solita cosa per mesi, ossessivamente quasi!

Raggiungendo ben presto il così detto "piattume", io la vedo come la morte di una passione.

Un altro errore sicuramente grave ed imperdonabile è il mettere in secondo piano la "salute" e l'integrità dei soggetti che si vogliono fotografare o meglio mettere in secondo piano un corretto approccio etico a ciò che stiamo "combinando".

Premettendo che qualsiasi attività in natura da parte dell'uomo genera conseguenze dovremmo sempre chiederci se fare quella foto ne vale davvero la pena e cosa possa generare un nostro errore in fase di approccio.

Ci sono situazioni ed equilibri molto delicati che se violati spesso possono essere irreparabili e non è concepibile distruggere un piccolo pezzo di natura per fare una foto di natura!

Tengo molto ad esprimere questo concetto in un mondo, quello della foto natura, sempre in continua evoluzione e dove oggi, grazie a tutta una serie di opportunità create ad oc per un accesso facile troviamo tutta una serie di opportunità facili e alla portata di tutti che se da una parte offrono possibilità di accesso a soggetti o luoghi un tempo poco accessibili, ai più dall'altra spesso non danno molta formazione, come è tipico di molte attività dedite al business, col rovescio della medaglia di trovarsi poi persone impreparate a vagare in zone dove la natura ancora può essere definita tale senza nessuna cognizione di quello che fanno.

Questo è un bel danno, è una cosa che a volte può trasparire anche in sede di un concorso e che quindi mi sentirei vivamente di sconsigliare!

Non rinuncerei mai all'espressività di uno scatto e al trasporre al suo interno le mie emozioni, infatti, presenterei al concorso un mio lavoro e come tale vorrei che fosse giudicato e che la giuria si adattasse ad esso, non il contrario.

Ecco perché di solito non valuto mai i membri di una giuria.

Uno scatto che nasce dal cuore è come un fiume in piena e se imbrigliato non potrebbe che dare origine ad una diga dalle acque calme e placide ma senza sfaccettature.

Io in una foto voglio sempre vedere dettagli, storie, emozioni ed un pizzico di cuore altrimenti per me è un fallimento, e non vedo perché dovrei presentare un lavoro così riduttivo in sede di concorso!

Lorenzo Shoubridge

Imitare limita quello che è la nostra creatività e ci rapisce dalla gioia di creare la foto...

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Biografia

Massimo Alloi

Partecipare ad un concorso di fotografia naturalistica non è così facile.

E soprattutto bisogna prenderlo come una sfida per crescere, più che per vincere.

Vincere è difficilissimo, soprattutto in concorsi come il SIPA o l'Oasis, dove il livello di partecipanti è veramente altissimo a arrivano da tutto il mondo.

E poi si ha sempre a che fare con una giuria e spesso i giudizi vanno al di la della qualità della foto.

Dall'altra parte può essere un buon punto per confrontarsi con ottimi fotografi e vedere fotografia di altissimo livello, da cui si può sempre imparare.

Da parte mia trovo che vista la qualità delle foto ci sono categorie come i paesaggi e le macro in cui primeggiare è decisamente difficile.

Tanti bravi fotografi, che hanno opportunità di viaggiare e tantissime fotografie incredibili.

Per le macro è un altro discorso, perché poi spesso sono create appositamente e a mio avviso la naturalezza viene un po' meno.

Ci sono categorie invece dove si può mettere in vetrina occhio e creatività, qualità che secondo me fanno la differenza nel tipo di fotografia che prediligo.


  • Sono l'ultimo che può parlare di errori.
    Scatto spesso d'istinto e quasi mai faccio foto programmate!

Mi lascio guidare dall'occhio, da quello che mi viene naturale.

La fotografia va comunque vista, creata, possibilmente già scattata in prospettiva per il dopo, soprattutto nella fotografia creativa se si vuole ottenere un risultato creativo.

Bisogna guardare molto gli altri.

Imparare e poi metterci ognuno del suo.
In fondo la parte "personale" è quella che rende una fotografia unica, soprattutto se si scatta in posti fotografati da milioni di fotografi.

L'importante secondo me è metterci sempre qualcosa di personale. Un po' di cuore come si dice!

Vedo fotografie tecnicamente perfette, ma che trasmettono poco. E vedo altri scatti che magari tecnicamente perfette non sono, ma trasmettono delle emozioni.

E questo per me è fondamentale.

Mi lascio guidare dall'occhio, da quello che mi viene naturale...

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Biografia

Quando si partecipa ad in concorso importante bisogna tenere presente che la giuria vedrà parecchie immagini di qualità e spesso si troverà in difficoltà nella scelta.

Quindi il mio consiglio è di prendere in considerazione il fatto che proporre scatti ben fatti ma già visti e rivisti spesso può portare avanti in una selezione ma difficilmente porteranno ad un successo.

L'originalità abbinata ad una buona tecnica p fare la differenza!

La giuria si deve interessare alla tua immagine tra le migliaia che scorrono davanti agli occhi svegliandola da un torpore che penso umanamente possa avvenire.


  • Tra gli errori più grandi, il pensare che quello appena realizzato sia lo scatto perfetto e non lo si possa migliorare...in primis...

Spesso nella fotografia macro alcuni elementi di disturbo non sono subito visibili nel momento dello scatto:

ci si concentra sul soggetto e non si vede tutt'intorno.

Bisognerebbe controllare se possibile ogni particolare subito sul monitor.

Poi cercare appunto come dicevo sopra di non essere banali, l'originalità premia!

Nella fotografia macro, attenzione agli elementi di disturbo non subito visibili nello scatto...

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Biografia

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Direi al mio amico, prima di tutto, di cercare di esprimere nella foto l'amore ed il rispetto per la natura, di mostrare prima ancora della tecnica, la meraviglia per il micromondo che spesso neanche notiamo:

oltre un milione di specie di insetti di ogni forma, colore, dimensione!

A livello prettamente tecnico, suggerisco di andare a cercare gli insetti all'alba, quando sono facilmente fotografabili perché ancora addormentati oppure ricoperti di rugiada, in attesa che il sole asciughi le loro ali e gli consenta il volo.

Bisogna ricorrere nella macro con ingrandimenti elevati alla tecnica del "focus stacking", che consiste nell'eseguire diversi scatti dello stesso soggetto, spostando la slitta micrometrica, in modo da avere, una volta assemblati gli scatti, un soggetto o parte di esso, perfettamente a fuoco su tutta la porzione.

Usare dei diaframmi relativamente chiusi per mostrare ogni parte del soggetto a fuoco, facendo in modo di non avere oggetti, vegetazione etc. vicini sullo sfondo, per ottenere un effetto bokeh piacevolmente sfocato.


  • Non bisogna andare senza un'adeguata attrezzatura: dotarsi di un robusto cavalletto, di un obiettivo macro, ed eventualmente di una slitta micrometrica, di uno scatto flessibile.

Concludendo direi di cercare di enfatizzare la poesia che la natura ci mette a disposizione e soprattutto di non disturbare e molestare i soggetti, già messi a dura prova dall'uomo da pesticidi, veleni, riduzione degli spazi verdi a disposizione.

Suggerisco di andare a cercare gli insetti all'alba, quando sono facilmente fotografabili...

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Biografia

La fotografia è la regina delle espressioni artistiche, corteggiata ogni giorno da milioni di persone, è il nostro linguaggio preferito, prima ancora delle parole.

Alcune ci colpiscono in modo particolare stimolandoci al continuo miglioramento, fino al raggiungimento di un sogno: realizzare quella che è la nostra fotografia migliore.

Che si tratti di fotografia di paesaggio o di macrofotografia, prima di passare alla vera e propria uscita fotografica, passo molto tempo a documentarmi e a studiare quello che andrò a fotografare.

Documentarsi è fondamentale soprattutto per quanto riguarda le specie viventi, sia animali che vegetali, affiancando a questo naturalmente anche lo studio della luce e l’osservazione meteorologica.

Pianificare un’uscita permette di avere sicuramente più opportunità fotografiche.

Pazienza e perseveranza sono qualità da considerare e da sviluppare, tornare più volte in una “location” ci permette di avere maggiori opportunità per catturare un determinato soggetto con la luce migliore.

Per quanto riguarda l’aspetto più tecnico, il cavalletto è sicuramente diventato un amico inseparabile.

Non sempre comodo da usare, permette però una messa a fuoco precisa, evitando il micromosso, ci permette di curare maggiormente la composizione anche attraverso l’osservazione dell’immagine sul live-view e ci permette, magari attraverso l’uso di filtri fotografici, di ottenere fotografie con tempi di esposizione lunghi, ottenendo risultati maggiormente artistici.


  • Per quanto possa essere importante e gratificante ottenere una bella immagine, bisogna sempre tenere a mente cosa stiamo facendo e dove ci troviamo.

L’etica è un aspetto che deve venire prima dello scatto fotografico, soprattutto quando ci accingiamo a fare fotografia naturalistica (ma non solo).

Purtroppo di errori se ne possono commettere anche inconsapevolmente, sicuramente lo studio delle specie - come accennavo prima - è indispensabile, altrimenti possiamo scegliere di affiancarci a qualche guida naturalistica o a qualche altro fotografo esperto del settore.

Un errore grave è quindi, secondo me, sottovalutare il nostro impatto sulla natura!

Sul piano più tecnico, durante lo scatto, grande importanza ha la cura della composizione dell’immagine, evitando di includere troppi elementi, cercando una composizione il più equilibrata possibile.

Ritengo sempre molto importante NON alterare in nessun modo l’ambiente e la location, se ci sono elementi di disturbo che rovinano la composizione preferisco scegliere un altro soggetto piuttosto che intervenire in modo artificiale sull’ambiente.

In particolar modo per la macrofotografia, avendo studiato prima dell’uscita fotografica il soggetto da fotografare, sapremo dove cercare e non avremo quindi difficoltà a trovarne un altro in un contesto fotografico magari migliore.

Dopo lo scatto, eseguito con la luce giusta, avendo curato l’inquadratura ed esposto correttamente, avremo davvero molto poco da fare in post produzione.

Come disse un mio maestro: “la foto viene realizzata sul posto, non a casa in post produzione”.

Cristiana Damiano

Prima di passare alla vera e propria uscita fotografica, passate molto tempo a documentarvi...

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Biografia

Fotografia di Animali

consigli fotografia animali fauna

Marco Colombo

Il primo grande passo è la conoscenza della natura:

non ricercate foto di solo valore estetico, perché il connubio perfetto è dato sì dalla ricerca compositiva ma anche dal potere dello story-telling.

Le immagini devono raccontare qualcosa del soggetto, della situazione o della luce in quel frangente.


  • L'errore più grande è scattare per i concorsi, che sono solo vetrine per il proprio lavoro e i propri soggetti.

Non distorcete i vostri gusti per piacere ai concorsi e non scattate in funzione di essi:

seguite il vostro istinto, coltivate le vostre conoscenze e la vostra cultura visiva, scattate le immagini, lasciatele sedimentare a lungo e poi riguardatele.

Non dimenticate che la capacità critica di selezione è importante tanto quanto il resto del processo creativo.

Il connubio perfetto è dato dalla ricerca compositiva e dal potere dello story-telling...

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Biografia

Prima di tutto gli direi che i concorsi non dovrebbero essere una priorità. Il desiderio di praticare la fotografia naturalistica dovrebbe derivare da altre motivazioni.

Un vero fotografo naturalista è, prima di tutto, un amante dell’ambiente naturale:

la conoscenza delle specie animali e dei panorami che sceglie di immortalare deve rappresentare la base della sua soddisfazione personale. I risultati derivanti dai concorsi ritengo si collochino in secondo piano.

La ricerca dello scatto perfetto inizia diverso tempo prima dell’effettivo click.

Come fotografo di fauna selvatica mi sento di dire che un primo step fondamentale è rappresentato dallo studio del territorio, delle abitudini della specie oggetto delle nostre attenzioni, delle esperienze accumulate da altri fotografi che si sono già cimentati nella sfida.

Una volta individuato il luogo adatto e una volta scelta la stagione più idonea occorre avere pazienza: le lunghe attese, che siano trascorse in appostamento dentro ad un capanno o in marcia sui sentieri di un’area protetta, sono la chiave del successo.

Gli animali selvatici non rispondono ai nostri comandi come marionette, sono liberi di mostrarsi o di rimanere celati: a noi il compito di non scoraggiarci e di insistere.

I risultati, prima o poi, arriveranno!

Ormai sempre più persone, in cerca di foto indimenticabili, si spostano di volta in volta in diverse aree d’Italia, d’Europa e del mondo. Credono nei pacchetti preconfezionati, nel tutto e subito.

Una settimana in Norvegia e ottengo foto straordinarie del bue muschiato; partecipo ad un workshop nei boschi dell’Appennino e ritraggo il cervo e il lupo nel modo migliore; tre giorni dopo sono in Spagna per fotografare il gipeto a due metri di distanza, anche qui con esiti oltre le aspettative:

niente di più improbabile, almeno per la mia esperienza...

Le foto di qualità non si realizzano facilmente!

Per quanto il denaro possa comprare attrezzature efficientissime e biglietti aerei per mirabolanti viaggi oltreoceano, non può ancora essere utilizzato per acquistare l’immagine perfetta (chissà per quanto…).

Piuttosto che inseguire per il globo il soggetto del momento e portare a casa immagini identiche a quelle scattate da altri nello stesso luogo appena pochi giorni prima, io consiglio di concentrare i propri sforzi su uno o due progetti in cui si crede davvero ed investire su di essi.

È da quasi 17 anni che frequento le montagne del Parco Nazionale Gran Paradiso con la macchina fotografica al collo e nonostante le migliaia di fotografie scattate ormai in archivio continuo a pensare di non essere ancora riuscito a tirare fuori il meglio da questo luogo incredibile.

Anche animali già immortalati centinaia di volte possono avere ancora tanti spunti da offrire ad un fotografo attento e perfezionista...basta saper attendere!


  • Prima di tutto, mai andare a visitare un luogo impreparati, in tutti i sensi!

Uno studio preliminare dell’ambiente in cui ci muoveremo è fondamentale:

sapere come vestirsi, informarsi sul grado di confidenza degli animali che andremo a ricercare, essere consci delle fatiche e dei rischi a cui andremo incontro è utile e necessario.

Mai sottovalutare, inoltre, l’importanza di conoscere la propria attrezzatura fotografica.

Anche questa ha un ruolo determinante nella riuscita o meno di una spedizione: per quanto non sia imprescindibile diventare maniaci della tecnica, una certa dimestichezza con il mezzo che si ha tra le mani è fondamentale per non lasciarsi sfuggire, quando viene il momento, fotografie che spesso risulteranno irripetibili.

Per quanto riguarda la fase di scatto due annotazioni.

1. Mai farsi prendere dalla fretta, soprattutto quando si ha a che fare con gli animali selvatici.

Movimenti bruschi e avvicinamenti rapidi sono i peggiori nemici del fotografo naturalista: per ottenere immagini d’impatto che ritraggano i nostri soggetti in atteggiamenti il più spontanei possibile è fondamentale che questi siano tranquilli, che non ci percepiscano come un pericolo.

2. Tenere sempre d’occhio i parametri di scatto.

Sarebbe un vero peccato se la ripresa di un animale in corsa o in volo venisse rovinata da un tempo di scatto troppo lento, magari dovuto ad una regolazione degli ISO troppo bassa.

Cerchiamo sempre di prevedere le situazioni guardandoci intorno e scegliendo le impostazioni migliori per effettuare lo scatto che abbiamo in testa.

Qualche esempio? Tempi lunghi, diaframma chiuso ed ISO bassi per tentare di riprendere con la tecnica del panning un camoscio che ci aspettiamo di veder correre sulla montagna che ci sta di fronte.

Oppure tempi rapidi, diaframma a tutta apertura e ISO alti se miriamo a riprendere una volpe accucciata nel fitto del bosco quando il sole è già calato ed il buio si allunga su ogni cosa.

Infine, una nota su ciò che segue la realizzazione dell’immagine.

Due sono le scuole di pensiero principali:

da un lato ci sono i puristi dello scatto, che aborrano ogni genere di post produzione e criticano aspramente chi ne fa uso; dall’altro ci sono quelli che confondono la passione per la fotografia con quella per la grafica, abusando continuamente di una post produzione esagerata.

Io cerco di collocarmi nel mezzo, conscio di due aspetti.

Da un lato scattare nel formato nativo RAW e poi non elaborare l’immagine equivale a limitarsi ad osservare il negativo di una diapositiva: il RAW è stato creato per essere successivamente trattato in post produzione e rappresenta il mezzo migliore per rendere in foto una scena che abbiamo avuto modo di osservare.

Dall’altro non bisogna farsi prendere la mano: le infinite possibilità che ci vengono offerte oggi da software come Lightroom e Photoshop ci portano spesso ad enfatizzare colori e contrasti oltre il limite, consegnando ai nostri archivi immagini artefatte e innaturali.

A questo punto non resta che sfogliare l’hard disk quando ci si imbatte in un bando di concorso e selezionare lo scatto migliore per partecipare.

Una scelta molto difficile.

Qualche consiglio?

Essere selettivi, coinvolgere anche altri (esperti o meno del settore) nella decisione finale e puntare sull’originalità.

Con un po’ di fortuna, prima o poi...

Luca Giordano

Animali già immortalati centinaia di volte possono avere ancora tanti spunti da offrire...

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Biografia

Ismaele Tortella

Non è facile rispondere a questa domanda poichè sicuramente la risposta varierà di caso in caso, ogni situazione o animale presenta delle caratteristiche diverse.

Tentando di generalizzare direi che l'elemento essenziale (per me) è la conoscenza del soggetto.

Quando si conosce un animale (i suoi comportamenti, alimentazione, periodo di riproduzione, habitat preferito, etc..) si riesce ad elaborare un reportage più completo, più dettagliato, che può permetterci di fotografare aspetti poco rappresentati da altri fotografi.

Oltre a questo, la conoscenza del soggetto ci permette di rispettarlo, facendoci capire quando è il momento di rinunciare ad una foto per il benessere della natura...


  • Senza dubbio per me l'errore più grande è il disturbo dell'animale.

Nessuna foto vale (per esempio) l'abbandono di un nido per il disturbo di un fotografo o di disturbo durante il periodo di riproduzione specialmente per specie sensibili.

Un altro errore da evitare è la riproduzione identica di immagini viste in internet.

Al giorno d'oggi siamo bombardati di immagini, abbiamo molti spunti, idee ma allo stesso tempo ci tolgono un po’ quella libertà artistica personale.

Ritengo che essere in grado di non farsi influenzare da altri fotografi al giorno d'oggi sia una delle più grandi sfide dei fotografi di quest'era.

Conoscere e rispettare il soggetto: rinuncia ad una foto per il benessere della natura...

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Biografia

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Leggersi bene il regolamento del concorso, guardare le foto premiate nelle edizioni precedenti per verificare se sono al proprio livello.

Curare la preparazione del materiale seguendo alla lettera le istruzioni degli organizzatori.


  • Direi che è sbagliato scattare fotografie già pensando di partecipare a un concorso.

Le foto riuscite meglio, non di rado, sono quelle dei soggetti e luoghi che conosciamo meglio.

Inoltre i giurati sono inondati di foto a 10-20 soggetti (martin pescatori, paesaggi islandesi, orsi a caccia di salmoni, aurore boreali ecc.) mentre sperano in scatti finalmente in grado di stupire, di apportare una visione nuova.

L'errore più grave per un fotografo, in definitiva, è nel non prendere sul serio la fotografia e banalizzarne il potenziale.

Mentre invece la fotografia è uno dei linguaggi più efficaci che ci siano in circolazione!

Giulio Ielardi

Le foto riuscite meglio sono quelle dei soggetti e luoghi che conosciamo meglio...

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Biografia

Michele Bavassano

Nella fotografia naturalistica ogni scatto è frutto di uno studio del soggetto, dell’ambiente, della luce e dalle tante variabili che possono presentarsi.

Per ottenere fotografie efficaci è sicuramente necessaria molta pazienza, molto tempo e molta passione.

È necessario studiare ogni foto dando importanza ad ogni singolo elemento senza trascurare nessun aspetto, dalle impostazioni della macchina fotografica al punto di ripresa, dalla composizione alla post-produzione.

Ogni foto deve essere curata come se fosse la migliore, così quando ci troveremo davanti a “momenti unici" sapremo renderli come meritano.

Per una buona foto la scena è fondamentale, ma bisogna essere pronti a coglierla al meglio studiando e migliorando la propria tecnica ogni giorno.

Bisogna essere pronti a sperimentare e rischiare anche nelle situazioni più particolari.

Il consiglio che do a tutti i fotografi è quello di prendere la macchina fotografica e scattare in ogni occasione, di sbagliare, di testare ogni condizione di luce così da imparare a gestire ogni situazione.

Con la dedizione prima o poi avrete le vostre occasioni e sarete in grado di coglierne l’essenza!


  • L’errore più grave che si può commettere nella fotografia naturalistica è quello di arrendersi e abbandonare un progetto.

Purtroppo o per fortuna in questo genere fotografico non sempre l’attesa e la fatica è proporzionale alla qualità dello scatto, ma ciò non significa che questi fattori debbano influenzarci o farci desistere.

Ogni fotografo dovrebbe seguire le proprie idee fino in fondo e non farsi influenzare troppo dal parere altrui: le critiche sono importanti ma poi sta a noi fare le nostre scelte.

Ogni minuto, ora o giorno, passato seguendo un’idea non è mai tempo perso e ogni idea va seguita fino alla sua realizzazione.

Un altro consiglio, ovvio ma fondamentale, è quello di non cadere nella banalità.

Molte situazioni e soggetti ormai sono parecchio inflazionati, ma ciò non significa che vadano esclusi, significa solamente che vanno cercati altri punti di vista .

Non bisogna aver paura di sbagliare o di rischiare: se non si è soddisfatti bisogna continuare a provare.

Prendete la macchina fotografica e scattate in ogni occasione, sbagliate...

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Biografia

Premesso che, come per ogni cosa le strategie esistono, per fare un esempio pratico, si possono “studiare” i giurati del concorso e i loro stili fotografici e proporre di conseguenza immagini che possano essere vicine ai loro gusti.

Non è però il mio approccio e non è quindi ciò che mi sentirei di suggerire ad un amico, tutt’altro, credo che la “strategia” migliore sia molto più ovvia ma allo stesso tempo più complessa: essere originali!

Proporre immagini nuove e non delle semplici rivisitazioni di scatti già visti.

Non farsi limitare dall’idea, ormai sempre più imperversante, che per fare grandi foto serva necessariamente fare grandi viaggi o possedere grandi attrezzature, si possono realizzare scatti straordinari anche nel bosco dietro casa, basta saperli “vedere”.


  • Come già detto un fotografo non deve mancare di una caratteristica fondamentale: l’originalità.

Quindi un errore che bisogna evitare in partenza è quello di pensare di replicare delle foto che si sono già viste.

Sento spesso dire frasi del tipo “ormai è stato fotografato tutto”, espressioni come questa prendono in considerazione i soli soggetti e non le infinite interpretazioni che possono offrire.

Detto questo, nel durante non bisogna mai commettere quello che ritengo essere l’errore più grave, che non è una foto sfocata o mal composta, ma il creare un danno ad un animale o ad un ambiente.

La conoscenza del territorio e degli esseri che lo popolano ed il conseguente rispetto che ne deriva, devono essere una caratteristica imprescindibile di chi vuole approcciare la fotografia naturalistica, anche perché credetemi, senza, certi scatti non li porterete mai a casa.

Per concludere una volta realizzati gli scatti bisogna ricordarsi che i software di sviluppo digitale servono appunto per sviluppare le nostre foto e non per stravolgerli o crearne di nuovi a regola d’arte.

La fotografia nasce sul campo ed una foto sbagliata non si rimedia dietro un monitor!

Alberto Olivero

Un fotografo non deve mancare di una caratteristica fondamentale: l’originalità!

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Biografia

Innanzi tutto, visto l'elevato livello che si è ormai raggiunto in questi concorsi, gli direi di essere spietato verso se stesso nella selezione delle foto da inviare cosa non sempre facile.

Da questo risulta che deve essere in possesso di fotografie di elevata qualità e originalità.

Questo ovviamente se è già in possesso di un buon archivio fotografico.

Un altro consiglio è quello di documentarsi sul lavoro di altri fotografi sfogliando i cataloghi di concorsi importanti il confronto è sempre molto importante per imparare e vedere le tendenze del momento.

Ma credo che la cosa più importante, come d'altronde in tutte le attività, sia quello di non essere mai troppo soddisfatto dei risultati ottenuti e cercare di migliorarsi in continuazione sia in esperienza che in tecnica.

Nella fotografia naturalistica non si finisce mai di imparare e ad ogni uscita c'è sempre qualcosa che riesce ad emozionarmi ed a sorprendermi.​


  • Per quanto riguarda gli errori, aiutano ad imparare per cui non avere paura di scattare ora che non ci sono più le pellicole che erano limitanti soprattutto per i costi.

Questo non vuol dire scattare migliaia di foto sullo stesso soggetto ma scattarle in modo diverso con diverse focali, esposizioni e angolazioni e soprattutto, se possibile, con la luce adeguata.

Partecipare ai concorsi non deve diventare un’ossessione e una regola, ma aiuta indubbiamente a migliorarsi!

Scattate in modo diverso con diverse focali, esposizioni e angolazioni...

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Biografia

Direi intanto che le fotografie vanno giudicate e realizzate in base al destinatario.

Dunque immagini adatte a partecipare a un concorso non sono necessariamente adatte a figurare in una mostra, un articolo o un libro. Non sono nemmeno, naturalmente, necessariamente le immagini migliori.

Per avere successo in un concorso bisogna fare breccia in una giuria che è sottoposta a un bombardamento di decine di migliaia di immagini.

È dunque necessario pensare a qualcosa di diverso, esplorare punti di vista meno noti, approcci meno usuali: insomma non paga ripetere gli schemi classici.

​In generale, al di là dello specifico contesto del concorso fotografico, suggerirei ad un fotografo di natura di conoscere a fondo i propri soggetti, studiarne le abitudini e il comportamento, imparare quali sono i segnali di allarme o nervosismo e sviluppare un metodo per conquistare la fiducia dei propri soggetti.

Le foto migliori si realizzano quando si è molto vicini ai soggetti che si vuole ritrarre e questi sono rilassati perché si è riusciti a farsi accettare.

Le foto rubate raramente solo al livello di eccellenza!

​In secondo luogo consiglierei a questo aspirante fotografo di concentrarsi su se stesso:

mettere a fuoco le proprie emozioni di fronte ad un determinato soggetto è cruciale per capire cosa si vuole comunicare e per produrre immagini personali e comunicative.

La mera documentazione del mondo naturale è ormai superata dall’abbondanza di immagini disponibili.

Ad un fotografo si chiede di saper interpretare i propri soggetti, di saper fornire un punto di vista personale e unico!


  • Non credo nelle regole, pertanto mi riesce difficile suggerire cose da fare o non fare assolutamente.

Ognuno ha la propria personale maniera di approcciarsi al soggetto, alla tecnica, alla fotografia.

Ciò che a me pare un errore, può essere invece un modo innovativo di guardare il mondo.

Meglio dunque seguire il proprio istinto e non i consigli dei “maestri”.

Mi raccomando però di non affezionarsi alle proprie foto. Questo è forse l’unico errore da evitare assolutamente.

La fase del giudizio (editing) delle immagini è importante quanto e più dello scatto vero e proprio.

È molto facile rivedere nelle proprie immagini le emozioni provate al momento dello scatto e giudicarle quindi in modo improprio a seconda che queste emozioni siano positive o negative.

Il fotografo deve apprendere la difficile arte della selezione:

deve sapersi mettere nei panni di un osservatore esterno, oggettivo e non coinvolto, e valutare le proprie immagini per quello che sono e appaiono agli altri e non per quello che soggettivamente evocano nella mente del fotografo.

Credo sia l’errore più comune e la cosa che fatico maggiormente ad insegnare nei miei corsi perché richiede un grande sforzo psicologico di distanza ed equilibrio.

Simone Sbaraglia

Non affezionatevi alle proprie foto. Questo è forse l’unico errore da evitare assolutamente...

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Biografia

Marco Maggesi

È indubbio che chiunque, avvicinandosi al mondo della fotografia naturalistica, desideri da subito realizzare scatti incredibilmente belli, come quelli premiati nei concorsi internazionali più celebri.

Trovo positivo essere ambiziosi, bisogna però stare attenti a non andare a fotografare con l’intento di ricavare “foto da concorso”.

Lo scatto da concorso si può cercare per anni e non trovare mai o può capitare tra le mani già dalle prime esperienze fotografiche, con un po’ di fortuna.

Certamente la dedizione alla materia, il suo studio e la pratica, sono carte a favore del fotografo che voglia creare scatti unici, che spicchino nella miriade osservata dalle giurie per originalità e realizzazione.

Fatta questa premessa, consiglierei al mio amico innanzitutto di leggere il più possibile sui soggetti che andrà a cercare, è importante conoscere a fondo la loro biologia, etologia ed ecologia.

In questo modo saprà con precisione, dove recarsi e cosa osservare, massimizzando la possibilità di portare a casa buoni scatti.

Un’approfondita conoscenza dei soggetti è un ingrediente essenziale nella ricerca di fotografie particolari.

Consiglierei inoltre di ripetere le escursioni proficue, anche a distanza di tempo, cercando nuovi punti di vista sui soggetti o focalizzando l’uscita sul comportamento che vorrebbe riprendere.

Tenere un diario delle escursioni e di ciò che si è fatto può aiutare a tornare nel posto giusto al momento opportuno.

Maneggiare abilmente l’attrezzatura è un altro capitolo essenziale nella realizzazione delle foto desiderate; conoscere a fondo le funzioni del corpo macchina, delle ottiche, il corretto utilizzo della luce ambiente e dei sistemi artificiali, farà impostare correttamente lo scatto in modo rapido e preciso.

Variare le ottiche utilizzate regala nuovi punti di vista, quindi consiglierei al mio amico di imparare a usare obiettivi diversi e di provare il maggior numero possibile di tecniche; confrontarsi con gli altri su questi aspetti è sempre positivo e arricchisce il nostro bagaglio di cultura fotografica.


  • Per quel che riguarda gli errori da non commettere gli consiglierei di osservare il maggior numero possibile di scatti di persone esperte e cercare ispirazione tra i famosi, senza cadere nella trappola di voler ricopiare scatti già premiati.

L’originalità è il fattore più importante in assoluto nella scelta delle foto da iscrivere a un concorso.

C’è chi pensa che per ottenere foto vincenti debba avvicinare un soggetto raro o affrontare lunghi viaggi.

Un soggetto comune ripreso in modo particolare vincerà sempre la sfida con un altro raro ripreso in modo consueto.

Viaggiare certamente mostra mondi nuovi su cui guardare, è importante ricordare che la tecnica fotografica e l’esperienza le portiamo da casa assieme all’attrezzatura.

La post-produzione permette di tirare fuori il meglio dagli scatti “grezzi” ma usata in modo scorretto o troppo pesante rischia di rovinare le fotografie ed è più facile ricevere squalifiche nei concorsi.

L’errore peggiore l’ho lasciato per ultimo, maltrattare gli animali per ottenere buone foto è sia sbagliato che assurdo, le foto premiate dalle giurie competenti sono scelte anche in base alla naturalità delle azioni e al rispetto per i soggetti.

I professionisti sanno riconoscere scatti eseguiti nel rispetto della natura dagli altri, quindi è assurdo credere di ingannare giurie competenti!

È importante conoscere a fondo la biologia, l'etologia e l'ecologia dei soggetti...

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Biografia

Per prepararsi al meglio per partecipare ad un concorso bisogna vedere i risultati degli ultimi anni del concorso in questione (e magari pure di altri concorsi) e farsi un’idea di ciò che colpisce la giuria ma soprattutto di cosa ha già vinto e quindi difficilmente potrebbe vincere ancora.

Una volta fatto ciò, bisogna scegliere l’animale da fotografare ed iniziare a studiare accuratamente tutte le sue caratteristiche ed i comportamenti per ottenere una foto d’effetto.

Una volta scelto l’animale si decide in quali condizioni di luce riprenderlo e si iniziano gli appostamenti:

per una buona foto possono volerci mesi!

In fase di scatto l’importante è curare la composizione fotografica, ma soprattutto bisogna cercare di immaginare cosa si vuole ottenere per poter utilizzare le impostazioni corrette e successivamente sviluppare al meglio raw.


  • L’errore più grande che non si deve mai commettere prima dello scatto è quello di disturbare l’animale, specialmente nel periodo riproduttivo o di accudimento della prole:

fotografia naturalistica vuol dire prima di tutto amare gli animali!

In fase di scatto invece non bisogna mai affidarsi alla macchina, quindi la regola è: scordarsi di tutti gli automatismi, il cervello umano funziona molto meglio di un chip.

Per ultimo ma non meno importante, non bisogna mai trascurare lo sviluppo del raw (ovviamente ho dato per scontato che per ottenere una buona fotografia non bisogna scattare in jpeg).

Sara Frigeri

Fotografia Naturalistica vuol dire prima di tutto amare gli animali!

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Milo Angelo Ramella

Per me bisogna sempre fare una foto perché ti trasmette un'emozione e perché ti appassiona.

Il concorso o la competizione può servire solo a mettersi in gioco e a confrontarsi con altri fotografi.

Non bisognerebbe mai cercare lo scatto da concorso ma seguire sempre le proprie sensazioni senza badare a mode o correnti attuali, se poi si arriva a qualche risultato tanto meglio ma non deve essere un pensiero primario.


  • Non ci sono errori in fotografia, proprio perché ognuno vede l'immagine in un modo personale.

L'unica cosa che mi sento di dire è che bisogna sempre avere una certa etica sia per il soggetto, sia per l'immagine.

Una piccola nota molto personale:

se si fotografa un animale è bene tenersi sempre il più distante possibile, sia per non arrecare disturbo, sia per consentire al soggetto di avere un comportamento il più naturale possibile.

Se si fotografa un animale è bene tenersi sempre il più distante possibile...

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Dal mio punto di vista non necessariamente una bella foto è anche una fotografia adatta per un concorso.

Negli ultimi tempi ho notato che le giurie tendano a premiare maggiormente le immagini che mostrino punti di vista innovativi, ma non necessariamente belle da un punto di vista artistico.

Inseguire le tendenze del momento può pagare sul breve periodo, ma io credo che alla lunga convenga insistere sulla ricerca di un proprio stile personale da perfezionare nel tempo; magari i risultati tarderanno ad arrivare, ma si avrà sicuramente una maggiore consapevolezza delle proprie capacità e soprattutto di quello che vuole essere il personale contributo alla fotografia naturalistica.

Avere il coraggio di sperimentare spesso rende:

se da un lato l’istinto porta ad andare sul sicuro quando si ha a che fare con buone situazioni in natura, dall’altro, quando l’obbiettivo è costruirsi un portfolio di un certo livello, conviene investire su poche foto di impatto piuttosto che su molte figurine già viste.


  • Un consiglio che posso dare è quello di dedicare un istante, prima di scattare, per riflettere sulla composizione, in particolare su cosa si vuole includere e dove lo si vuole mettere nell’immagine.

Se la scena è poco dinamica il procedimento è semplice.

Mentre se si scatta in velocità è necessario pensare alla composizione prima che la scena abbia inizio, tentando di prevedere in anticipo lo sviluppo della situazione.

Anche per questo è importante conoscere il comportamento dell’animale che si vuole ritrarre, investendo un po’ di tempo per documentarsi sul soggetto.

Certe situazioni in natura, soprattutto le più significative, difficilmente capitano due volte davanti ai nostri occhi e bisogna farsi trovare preparati.

Prima e durante lo scatto è poi importante essere perfettamente consapevoli di come si è impostata la macchina fotografica:

sembra banale da dire ma per l’emozione, soprattutto quando si ha a che fare con gli animali e si ha poca esperienza sul campo, ho visto spesso ignorare le impostazioni di scatto con conseguenze disastrose.

Insistete sulla ricerca di un vostro stile personale da perfezionare nel tempo...

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Giancarlo Mancori

Trovare informazioni sul luogo dove andare a scattare secondo il periodo (migrazioni) e la luce.

Avere un buon teleobiettivo con relativo buon treppiedi a meno che non si va nei capanni dove di solito il treppiedi non serve, ma serve portarsi un cuscinetto dove poggiare l’obiettivo.

Altro suggerimento è seguire gli animali quando arrivano senza mollarli mai!


  • Cosa non bisognerebbe mai fare? Non disturbare mai gli animali...

Andare sul luogo senza preparazione, ma fare piuttosto delle prove di scatto per i vari settaggi (ISO, tempi di scatto, diaframma ecc..)

Non disturbare gli animali anche dopo gli scatti. MAI!

Seguire gli animali quando arrivano senza mollarli mai!

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Nella fotografia naturalistica non esistono strategie particolari:

è un mix di passione per la natura, studio approfondito dell'animale, pianta o luogo da fotografare.

Per portare a casa il risultato durante un uscita, mi ispiro alle mie emozioni e cerco di trasmetterle nello scatto:

il consiglio che do è di seguire le proprie emozioni, conoscersi e conoscere.


  • Durante uno scatto l'errore più grave è la fretta:

mai dare nulla per scontato!

Bisogna sempre porre attenzione ai particolari: la luce, la messa a fuoco, la profondità di campo sfocato e gli elementi di disturbo...tutto insomma!

Una volta che si scatta ricontrollare il tutto e finché il cervello e il cuore non sono soddisfatti si continua a scattare cercando la perfezione dello scatto anche se ci volesse molto ma molto tempo...

Daniele Giacché

È un mix di passione per la natura, studio approfondito dell'animale, pianta...

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Guido Bissattini

È un discorso lungo e articolato, ed ogni affermazione che farò potrà valere come potrà valere l’esatto contrario, e spiego perché.

Il primo consiglio sarebbe (anzi, è) quello di valutare, a meno che non sia un concorso alla sua prima edizione, come sono andate le edizioni precedenti, la tipologia di foto premiate, i soggetti, ecc.

Tuttavia, di norma ogni anno la giuria è composta da persone diverse, che hanno una testa diversa e gusti diversi, quindi non è detto che le immagini premiate lo sarebbero state l’anno successivo, e lo stesso vale per quelle scartate (ed ecco perché tutto e il contrario di tutto).

Un paio d’anni dopo aver vinto il Campionato Italiano di Fotografia Naturalistica (ma di questo parlerò più avanti), ho nuovamente partecipato al concorso.

Ho scelto di inviare delle immagini in cui il soggetto animale fosse ambientato in situazioni particolari, diciamo tanto sfondo e poco soggetto, non la classica figurina, seguendo un po’ la tendenza dei nuovi concorsi.

Ebbene, le mie opere non sono nemmeno arrivate in finale!

Quando ho visto le prime due foto premiate , un martin pescatore su un paletto e un gruccione sul ramo, ho capito che con quella giuria non avrei potuto avere nessuna speranza.

Non voglio dire che le mie foto fossero più “belle” o meno “belle” di quelle premiate (che nel loro genere erano ineccepibili, se vi piacciono le figurine), ho semplicemente sbagliato completamente il target per la giuria di quell’anno.

Per fare un esempio, se ad un concorso gastronomico cucino alla perfezione una gustosa e succosa fiorentina, e la giuria è composta da vegani, non vincerò mai, lo stesso vale se faccio un tofu da urlo ad una giuria di carnivori, magari di origini toscane.

Per questo motivo, supponendo che al concorso si possano presentare le solite 4 immagini, sceglietene 2, massimo 3, che a vostro avviso sono le migliori, poi mettetene una (ovviamente tecnicamente ugualmente inattaccabile) che non vi piace, potreste avere delle sorprese.

Quando, nel 2006, ho vinto il titolo di Campione Italiano di Fotografia Naturalistica, 1° assoluto su oltre 900 autori e 4.000 fotografie presentate, è andata più o meno così. Avevo 3 scatti “forti”, che ritenevo indiscutibilmente da presentare, poi, dato che ne potevo mandare 4, ho aggiunto in extremis una quarta foto, quella che poi si è rivelata vincente.


  • L’errore da non commettere prima dello scatto è quello di stare a casa, magari per condizioni atmosferiche avverse, nebbia, neve , pioggia.

Spesso ne escono luci particolari molto più interessanti di quelle di una “bella” giornata di sole.

Pensate per esempio ai tagli di luce cha talvolta escono dopo un temporale estivo, agli arcobaleni.

Certo che se dite “piove, cosa vado a fotografare con questo tempo” , potete perdere delle occasioni. Una volta sul campo, ragionate come se aveste un rullino da 36 pose e non una scheda da 128 Giga con possibilità di scatti a raffica praticamente illimitate.

Allo stesso modo, curate tutti i dettagli tecnici direttamente sul campo, le belle foto si fanno subito in macchina, non davanti al computer con Photoshop.

Dimenticate la frase che sento dire troppo spesso “tanto male che vada l’aggiusto con Photoshop”.

Oltretutto, i concorsi seri pretendono che delle foto premiate venga presentato a richiesta il Raw, per verificare che la foto non sia stata manipolata. Per la stessa ragione, scattate sempre in Raw, altrimenti potreste rischiare di fare la foto della vita e di non poterla presentare, proprio perché il Jpeg non consente di verificare la genuinità e autenticità dello scatto.

Al massimo, se non potete per varie ragioni rinunciare al Jpeg già in fase di ripresa, impostate la fotocamera col doppio salvataggio raw+jpeg sulla scheda.

Abituatevi inoltre ad utilizzare sempre il treppiede. A questo punto, giunti alla scelta delle foto da presentare, siate categorici e inflessibili sulla qualità.

Se la foto non è tecnicamente ineccepibile, scartatela senza esitazioni, non importa se la situazione era stratosferica, la luce pazzesca, il soggetto funambolico. E’ mossa, è sfocata, ha un ramo davanti, ha un cm di ala tagliata, e potrei andare avanti a cercare mille difetti?

Via, via, buttare senza pietà. Non esistono foto che “sarebbero” state belle ma…se non fosse stato che… O SONO, o NON SONO.

Una giuria seria scarta immediatamente tutte le foto che presentano difetti tecnici, ancor prima di valutare contenuto, soggetto, ecc.

Avete scattato una foto pazzesca con quaranta fulmini sul mare in tempesta ma la foto ha l’orizzonte storto? Bene, se proprio non siete stati capaci di scattarla dritta sul campo, e se non siete stata capaci di raddrizzarla in post-produzione (col rischio però di squalifica una volta presentato il raw) potete pure fare a meno di mandarla al concorso,

...coi sarebbe non si vince.

Le belle foto si fanno subito in macchina, non davanti al computer con Photoshop!

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I concorsi non sono il traguardo del proprio lavoro o passione.

Partendo da questo presupposto, se si vuole comunque partecipare ai vari concorsi, io consiglio sempre di seguire il proprio istinto.

Se una foto per noi ha valore, allora giusto presentarla, ma da qui si entra nel difficile in quanto si va in conflitto con se stessi.

È infatti sempre difficile dare un giudizio oggettivo su una propria foto: inevitabilmente siamo legati da uno stato emozionale avvenuto durante lo scatto e questo potrebbe renderci "ciechi" a eventuali gravi difetti di composizione, luce, tecnica, etc...

L'unico suggerimento che mi viene da dare è quello di cercare un proprio stile e portarlo avanti fino ad ottenere una fotografia in grado di comunicare una storia, per far questo è necessario approfondire la conoscenza del proprio strumento e in primis la conoscenza del soggetto che si vuole riprendere e il rispetto per il suo ambiente.


  • L'errore grave che molti commettono è quello di emulare altri fotografi abbandonando così la propria creatività visiva...

Questo è deleterio per la propria crescita:

oltre a non ottenere alcun riconoscimento a livello internazionale o nazionale, non permette di sviluppare un proprio stile comunicativo, che - ripeto fino alla nausea - è la base per riuscire a comunicare le proprie emozioni attraverso la fotografia.

Se si vuole partecipare ai vari concorsi, io consiglio sempre di seguire il proprio istinto...

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Fotografia di Avifauna

fotografia di avifauna

Riccardo Trevisani

Il consiglio che do sempre a chi vuole effettuare scatti all’avifauna selvatica è che in primis bisogna studiare l’habitat del soggetto che si vuole fotografare e osservare il suo comportamento, cosa che può richiedere anche parecchi giorni o mesi in base alla specie, e poi cercare il posto che più ci aggrada come ambientazione e sfondo.

Segue poi lo studio sulla luce e per ultimo il tipo di scatto che si vuole fare.

In genere, per i concorsi, è preferibile una foto d’azione, per questo è molto importante osservare e studiare molto bene il comportamento del soggetto in modo da conoscere in anticipo le sue azioni.


  • Gli errori più gravi sono, logicamente, infastidire gli animali, fare rumori inutili, stravolgere l’abitat del soggetto, come per esempio mettere dei posatoi di alberi che nulla hanno a che vedere con l’ambiente circostante, esempio:

evitare assolutamente di usare un ramo di pino nero per far posare un martin pescatore...

Oltre a questo consiglio di attenersi alle guide LIPU per i tipi di mangime che si possono dare ed eventualmente farlo solo nei mesi invernali.

Ricordiamoci sempre di rispettare gli animali selvatici e il loro ambiente, entriamo nel loro mondo in punta di piedi!

Rispettate gli animali selvatici e il loro ambiente: entriamo nel loro mondo in punta di piedi...

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Biografia

Suggerirei innanzitutto di non essere banale, evitare la staticità del soggetto ripreso cercare sempre una situazione particolare.

Ovviamente fotografare nei posti meno gettonati, lasciar stare capanni troppo frequentati (troverebbe situazioni tendenzialmente uguali ad altri fotografi) quindi potendo, dovrebbe organizzarsi un proprio spazio, documentarsi e studiare il o i soggetti che vorrebbe riprendere...

non c'è bisogno di fissarsi con un unico obbiettivo, ma cogliere ogni!

Anche una semplice cinciallegra se ripresa in una situazione particolare o posa può essere una foto vincente.

Al contrario di quello che ho appena scritto, è anche vero che le situazioni migliori, spesso accadono per caso quindi mi sento di dire che per un 50% la capacità è del fotografo, l'altro 50% è lasciato al caso.

Per esperienza le foto migliori mi sono capitate anche avendo un po' di fortuna, ma accoppiate a una buona costanza nel ricercarle.

Gli scatti che preferisco e sceglierei se fossi un giudice di un concorso sarebbero quello dove ambiente e soggetto sono ben bilanciati.


  • Per gli errori direi invece, che con un po' di esperienza si capiscono ed evitano da soli, in ogni caso non fermarsi mai, credendo di essere arrivati e sentirsi "grandi" fotografi, questo è più un consiglio generico.

Mentre entrando nel tecnico il soggetto centrale è quasi sempre meglio evitarlo, cercare di scattare in orari di luce migliori evitando gli orari centrali della giornata con luce dura e poco gestibile, così come evitare di scattare in posti totalmente in ombra, ridurrebbero i tempi di sicurezza per uno scatto d'azione e andrebbe ad incidere sulla resa finale dell'immagine.

Un altro errore potrebbe essere quello di fare una post produzione troppo marcata riducendo la naturalezza della foto compromettendo il risultato finale.

Daniele Bariviera

Anche una semplice cinciallegra se ripresa in una posa particolare può essere vincente...

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44+ Fotografi Naturalisti Premiati Svelano i Migliori Trucchi, Consigli e Strategie per Vincere i Concorsi was last modified: Novembre 5th, 2019 by Matteo

4 commenti su “44+ Fotografi Naturalisti Premiati Svelano i Migliori Trucchi, Consigli e Strategie per Vincere i Concorsi

    1. Grazie a te Paolo,
      felici di averti aiutato 😉

      Resta in contatto per non perdere le novità che pubblicheremo nelle prossime settimane!

  1. Veramente un lavoro ben fatto!
    Senza dubbio avrà preso molto tempo organizzare delle interviste così, rintracciare i vari fotografi, dividere le interviste per categoria, cercando poi di uniformare le risposte le une alle altre.
    Gli organizzatori hanno tutto il mio plauso

    1. Ciao Fabrizio,
      grazie mille per le belle parole!

      Ti confermo che è stato un lavoro ben più duro del previsto, ma visto il gradimento (e il risultato) che ne è venuto fuori ne è valsa ogni singola ora del nostro tempo 😉

      Chissà che non ne faremo degli altri… o magari qualcosa di ancora più utile e istruttivo!!!

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